Mini Intervista a Giulia Brutto
- Naia Sterne
- 17 apr
- Tempo di lettura: 4 min

Giulia Brutto nasce a Firenze nel 1987. Nel 2013, si laurea in Economia e Commercio presso l’università di Siena e nel 2015 si abilita all’esercizio della professione. Inizia a lavorare come consulente presso lo studio di un commercialista ma nel 2018 decide di cambiare lavoro e diventa HR & Admin Manager in una importante azienda del luogo. Nata e cresciuta in un piccolo borgo medievale in provincia di Firenze, vive in campagna con il marito e i due figli. Fin dalle scuole superiori ha sentito l’esigenza di scrivere ma solo a seguito della nascita del secondo figlio è diventata una necessità. Il romanzo d’esordio è La sua ombra. L’ombra della luna è il secondo capitolo della trilogia
Iniziamo parlando un po' di te, di Giulia!
Ho 37 anni. Ci sono giorni in cui li sento tutti e altri in cui sembrano svanire tra le colline che amo. Vivo immersa nel verde fiorentino, a cui non potrei mai rinunciare. Fin da bambina, ho avuto una fervida immaginazione e una vena creativa che si esprime nella scrittura, ma anche in cucina e nella pittura. In contrasto con queste passioni, c’è il mio lavoro: sono dirigente amministrativa in un’importante azienda del territorio. Mi occupo di numeri, e anche loro mi appassionano. Sono sposata con un uomo che stimo profondamente e a cui devo molto. Abbiamo due bambini splendidi, amorevoli e instancabili. La mia famiglia è il mio mondo.
La scrittura è sempre stata parte della tua vita o è
una fuga dalla realtà nata di recente?
La scrittura è sempre stata parte di me, anche se in forme diverse a seconda delle fasi della mia vita. Ho iniziato a scrivere il mio primo romanzo a diciotto anni, ma non riuscivo mai a portarlo a termine. Oggi, con la consapevolezza e la forza dei miei trent’anni, sono riuscita ad avviare davvero questo progetto. Non è una fuga dalla realtà, anzi. Scrivere mi ha aiutata ad affrontarla.
So che come sei una mamma e come me di una creaturina piuttosto
attiva, come funziona la tua routine di scrittura?
In realtà, di creature attive ne ho due! Inarrestabili. Hanno 5 e 3 anni e richiedono (giustamente) la maggior parte del mio tempo e delle mie energie. Ma ho imparato che, per essere una mamma presente, ho anche bisogno di essere una donna completa. Scrivere è diventata una necessità. Rubo momenti qua e là: durante la pausa pranzo, nel silenzio del pomeriggio mentre dormono, o prima di andare a letto.
A volte bastano anche solo quindici minuti.
La storia è già viva nella mia mente, devo solo liberarla sulla carta.
"La sua Ombra" e "L'Ombra della Luna" sono il racconto di una questione
molto delicata, sullo stalking e la violenza sulle donne, cosa ti ha
spinto a raccontare di questo?
Sono temi che mi scavano dentro. Ferite dell’anima. Ho sentito il bisogno di scrivere questa storia perché avevo bisogno di liberarmi del dolore che avevo sopportato troppo a lungo in silenzio. Scrivere è stato il mio modo di dire basta. Lo dovevo a me stessa, a mia figlia, a mio figlio. Non volevo più tacere.
È evidente che l'ombra sia un tema ricorrente nei titoli, ti va di parlarcene?
Perché la violenza è proprio come un’ombra. Silenziosa… ma sempre presente. Ti segue sempre e per sempre. Anche quando la notte sembra averla inghiottita, torna col sole. Chi ha subito violenza sa che non si dimentica: resta come un tatuaggio indelebile sull’anima.
I personaggi e la storia sono ispirati a persone e/o fatti reali o
è interamente frutto della tua immaginazione?
I personaggi nascono dalla mia immaginazione, ma alcuni eventi sono ispirati alla mia storia. Inevitabilmente, ogni personaggio porta con sé un pezzetto di me. Credo sia impossibile per un autore non riversare qualcosa di sé nelle proprie creature.
Qual è stata la sfida più grande che hai affrontato
nel percorso di scrittura e pubblicazione?
L’editing e la promozione. Sento che sul primo libro si poteva fare molto di più, ma la mia inesperienza mi ha frenata. Avrei dovuto essere più esigente, più consapevole. È stato un primo passo, importante ma imperfetto, che mi ha insegnato tanto.
Prima di passare alla domanda di routine, possiamo avere qualche
anticipazione sul prossimo libro su Delia?
Delia è resiliente. Una donna forte, che non si arrende. Nel prossimo capitolo sarà più combattiva che mai, decisa a prepararsi allo scontro finale con Marco. Ma le ombre… ormai fanno parte di lei. È cambiata, e questo cambiamento avrà conseguenze anche per chi le sta accanto.
Come sempre abbiamo solo un modo per salutarci,
qual è il tuo libro preferito?
Difficile scegliere. Ogni libro che ho letto mi ha lasciato qualcosa. Ma se devo citarne uno che ritengo illuminante, direi Favole da incubo di Roberta Bruzzone. È un libro che tutti dovrebbero leggere. Aiuta a comprendere gli stereotipi alla base della violenza e a costruire un futuro più consapevole.
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