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Recenqualcosa "Acque Oscure" di Debora Parisi

Aggiornamento: 17 apr


Editore: Winter Edizioni

Autoconclusivo (!?)

Pagine: 265



Acque oscure è un dark fantasy che si muove tra realtà storica, mitologia e introspezione emotiva. Debora Parisi ci propone un racconto breve ma denso, capace di toccare corde profonde, senza mai cadere nel melodrammatico. La protagonista, Anna, è una giovane donna segnata da una delle tragedie più gravi della storia italiana: il disastro del Vajont. L’evento è reale, drammatico, e Parisi lo inserisce con delicatezza ma anche con decisione, lasciando che il trauma sia parte integrante dell'identità della protagonista. Questo elemento rende la storia subito diversa: non siamo davanti a un fantasy qualunque, ma a un romanzo che tenta di dialogare con il dolore autentico.


Dopo aver perso tutto, Anna si rifugia in Scozia, ospite di William, amico del padre, e inizia a lavorare nel suo pub. La sua vita sembra galleggiare su una calma apparente, ma la paura dell'acqua la accompagna come un'ombra. A rompere questo fragile equilibrio è l’arrivo di Erik, un ragazzo enigmatico, legato a un mondo nascosto fatto di fae, creature acquatiche e leggende. Il legame tra Anna e Erik si costruisce con dolcezza. Non è un colpo di fulmine forzato, ma una relazione che cresce e si definisce lungo il cammino. Ho apprezzato che la loro dinamica non oscuri mai del tutto il percorso personale della protagonista, che resta il vero fulcro del romanzo. Erik non è il solito bad boy tormentato, non è un santo ma è gentile, aperto, premuroso — un’aria fresca in un genere che spesso cade nello stereotipo.


Un grande merito dell’autrice è anche l’approccio al folklore. Non ci sono corti di fate o guerre tra regni, ma leggende locali, miti sommersi che si intrecciano con la quotidianità in modo credibile e affascinante. Le creature acquatiche spesso inquietanti, sono piene di riferimenti alla tradizione veneta oltre che a quella scozzese. Il mondo nascosto che Debora costruisce è evocativo, e lascia il desiderio di saperne di più. Io però voglio anche lamentarmi, "Acque Oscure" è breve, con circa 200 pagine è una lettura rapida, troppo. Sapete che sono una fan dei mattoni e questo lo volevo lunghissimo, lunghissimisssssssimo. Inoltre, sicuramente delle pagine in più avrebbero permesso un approfondimento maggiore dei personaggi secondari e del worldbuilding, il potenziale del mondo folklorico è infatti ampissimo.


Lo stile di Debora è diretto ma non piatto, la sua scrittura risulta scorrevole, limpida e con un ottimo ritmo narrativo. In particolare, i passaggi in cui descrive gli attacchi di ansia di Anna sono efficaci, realistici e trattati sempre con rispetto. Senza tralasciare il fatto che la sua scrittura è decisamente riconoscibile, coma una firma, un'identità che permette di sapere senza ombra di dubbio che stiamo leggendo un'opera della Parisi. Un romanzo che si distingue trattando dei veri fae, quelli che nascono nelle tradizioni folkloriche. Un fantasy che non ha bisogno di eventi eccezionali per parlare di mostri, trasformazione e dolore. Un viaggio nella paura e nella memoria, nella storia e nella speranza.


Consigliato sicuramente a chi cerca un fantasy capace di scostarsi dall'ordinario, a chi è amante del folklore e delle protagoniste femminile. Una lettura si breve ma capace di lasciare una traccia, a chi cerca un fantasy diverso dal solito, a chi ama il folklore e i personaggi femminili complessi.








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