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Recenqualcosa di "The Wedding Date" di Meghan Quinn

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Editore: Always Publishing

Autoconclusivo

Pagine: 456


Avete presente quando accendete la TV e vi trovate davanti a un reality tanto assurdo quanto irresistibile? Tipo Bake Off, ma con più glitter, colla a caldo e drammi familiari?  La trama, sulla carta, è semplicissima: un programma televisivo mette in competizione tre coppie per organizzare il matrimonio perfetto e portarsi a casa, come premio, un attico a Manhattan. The Wedding Game è un tripudio di fai-da-te, battibecchi da sitcom e fratelli che ti fanno venire voglia di inviare un terapeuta direttamente a domicilio.


Le tre coppie includono una coppia lesbica, una gay e una etero, la seconda e terza coppia sono quelle che ci interessano. Luna ed Alec partecipano al reality per aiutare i fratelli a vincere ed ottenere il matrimonio dei loro sogni e, appunto, l'attico. Allora, l'idea per la famiglia Rossi arriva da Luna, mentre per la famiglia Baxter, Alec.. Beh, è stato sicuramente obbligato se sensi di colpa e affetto fraterno.


I nostri protagonisti, come immaginate, sono due.

Luna Rossi, influencer del fai-da-te che con un po’ di nastro e glitter è in grado di costruire qualsiasi cosa. È allegra, solare, a tratti irritante per quanto riesca a essere positiva, ma impossibile da ignorare. Dall’altra parte abbiamo Alec Baxter, avvocato divorzista con il fascino cupo di chi ha fatto del cinismo la sua religione. È burbero, non crede nell’amore, eppure finisce invischiato in questo reality assurdo. Lo scontro fra i due è inevitabile: lei rappresenta l’ottimismo sfacciato, lui il disincanto totale. E quando due personalità così opposte si incontrano, non può che scattare la scintilla. O, per meglio dire, l’incendio.


Per i poveri idioti che credono che un'altra anima possa renderli felici.

La verità è che l'unica persona che può renderti felice sei tu.


Devo ammettere che il libro ha un ritmo trascinante. Si legge in fretta, scivola via con la stessa leggerezza con cui si guarda, appunto, un reality trash dopo una giornata pesante. Ci sono scene davvero esilaranti: la madre che fa letteralmente a botte per accaparrarsi un oggetto di scena, le litigate tra fratelli che sembrano uscite da una sitcom, i siparietti che ti fanno ridere anche se sai che sono sopra le righe. Ed è proprio questo che funziona: Meghan Quinn riesce a costruire un’atmosfera familiare e assurda allo stesso tempo, un mix che ti tiene incollata alle pagine anche quando pensi “ma che diavolo sto leggendo?”.


Quello che sorprende, però, è che in mezzo a tutta questa leggerezza ci sono momenti sinceri e teneri, piccoli scorci di vita familiare che ti strappano un sorriso autentico. La relazione tra fratelli, con tutti i suoi conflitti e le sue riconciliazioni, è descritta con affetto e un pizzico di verità che ti fa pensare: sì, questo mi ricorda davvero i rapporti incasinati che tutti abbiamo con chi ci è più vicino.


Mentre guardo gli occhi neri di Luna dentro di me succede qualcosa che non so spiegare. Una specie di clic.

Come se la nuvola scura che aleggiava sulla mia testa si fosse allontanata, facendo finalmente posto a un po' di sole.

Vedere Thad con Naomi, o anche Cohen con Declan, mi ha mostrato cosa significhi avere una relazione.


E poi ci sono le scene spicy. Ahimè. Qui devo fermarmi e respirare. Io non ho nulla contro un po’ di passione nei romance, anzi, quando è scritta bene può essere anche un valore aggiunto. E sapete perfettamente visto quanto romance, romantasy e dark romance leggo che lo spicy, mi piace! Ma in questo caso no. Non ce la fa. Ogni volta che la narrazione scivola sul terreno sensuale, io sento il cringe più assoluto scorrermi lungo la spina dorsale. Sembrano scene prese da una fanfiction di dieci anni fa, con frasi improbabili e situazioni talmente forzate da risultare involontariamente comiche. Io leggevo con la faccia di chi assiste a un incidente rallentato: non volevo guardare, ma non riuscivo nemmeno a distogliere gli occhi.


Questo non toglie che, complessivamente, il libro sia divertente. È quel tipo di storia che non prendi troppo sul serio e che non pretende di cambiare la tua vita, ma che ti intrattiene, ti fa ridere e ti regala un paio d’ore di leggerezza. I personaggi secondari sono la ciliegina sulla torta: Cohen e Declan rubano la scena in più di un’occasione, li amissimo, Farrah è una spalla perfetta, anche se credo che dovrebbero rinchiuderla e Thad… beh, Thad è quel fratello fastidioso che vorresti zittire ma che, suo malgrado, fa ridere.


Alla fine, The Wedding Game è un guilty pleasure a tutti gli effetti. Non è raffinato, non è privo di difetti, ma è proprio nel suo essere esagerato e un po’ sopra le righe che trova il suo punto di forza. È il libro che leggi sul divano con un bicchiere di vino in mano, ridendo tra te e te e alzando gli occhi al cielo quando la situazione diventa troppo assurda. È davvero come un reality trash: non vincerà premi per la qualità, ma ti cattura lo stesso.


Consigliato a chi ama i reality più assurdi, a chi non resiste ai battibecchi da sitcom, a chi cerca un romance leggero e divertente che non si prende troppo sul serio. Perfetto per staccare la spina dopo una giornata pesante e concedersi un po’ di sano intrattenimento trash.



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