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Intervista a I.D.E.A. Immagina di Essere Altro

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Continuiamo con le interviste "remember Salone" con l'intervista alla stessa CE che mi ha ospitata I.D.E.A Immagina di Essere Altro giovedì 15 Maggio. Nuovamente trovare la registrazione video e la trascrizione di domanda e risposta (sintetizzata), sentitevi liberi di godervi l'intervista nel modo che preferite! Io consiglio i video, sono più divertenti!


Casa Editrice romana indipendente, fondata nel 2016. Immagina Di Essere Altro, più conosciuta nel settore con il suo acronimo “I.D.E.A.”, ha aperto le porte partendo da zero, grazie alla passione, la professionalità, la tenacia e a un pizzico di follia di Marco D’Abbruzzi e Claudia Cintio. Le sue mission principali sono tre, le prime due già in opera e la terza in fase di evoluzione, giorno per giorno.

– Dare agli autori italiani un punto di riferimento, una Casa Editrice che possa supportare e promuovere il loro talento e le loro opere.

– Creare una community per i lettori, gli iders, proponendo non solo opere di qualità e garantendo un contatto con autori e Casa Editrice, ma anche e soprattutto fornendo un dato umano tramite i social e l’assistenza in fiera.

– Il loro Work in Progress… Crescere fino a diventare una piccola CE gemellata con l’estero, per portare gli autori italiani nel mondo e far vedere quanto valgono.



Io non so bene se partire dal montaggio dei mobili Ikea, del tuo reel bellissimo mentre montavi una libreria che pensavo di morire a lacrime, dall'avere a che fare con un unicorno, perché noi abbiamo la nostra simpatica mascotte lì dietro.

Il reel è nato a caso, completamente a caso, perché verame8nte facevamo il compleanno della casa editrice, ho detto vabbè, che ci metto, che non ci metto, nove anni, che fai, boh, qua là Dico vabbè, sai che dico? Visto che sono dieci anni di studio, ci regaliamo un mobile. E quindi niente, mentre montavo questo mobile, mi è venuta in mente tutta questa cosa del parallelismo tra la casa editrice e il mobile di Ikea. (1:19) Se non sapete di cosa sto parlando, andate a vedere il TikTok.

Sì, perché fa molto ridere. A me è piaciuto tanto.



Rimaniamo col paragone della libreria, ok?

Perché le librerie da riempire, le pareti da riempire, quale parete, idea,

si sentiva di dover riempire nel mondo editoriale italiano?

Ah, questa è una domanda bellissima, alla quale risponderò con una sincerità estrema. Il messaggio. Al di là, ovviamente, della professione scelta nella vita, sono una grandissima lettrice, soprattutto in casa, ho iniziato a leggere tardissimo, da piccola mia madre mi leggeva i libri. E negli anni, imparando a leggere da sola, ho trovato in quei libri riletti da sola, libri vecchi ovviamente, fantasima vecchia, ho trovato dei messaggi, degli approfondimenti emotivi, degli spunti di riflessione, situazioni, che però crescendo con il tempo non ho più trovato a quei livelli di profondità, proprio a livello di profondità emotiva, anche sul messaggio sociale che ti fa emozionare. Ogni libro nostro ha un messaggio, uno spunto di riflessione, anche quello che sembra non averne è di un genere che le persone ritengono privo di messaggi importanti, invece c'è, perché ogni libro può avere un messaggio importante, quindi perché non pubblicarli? E quindi lo facciamo noi.



Quindi, ad oggi, la vostra missione è sempre quella o si è discostata Da come eravate partiti? Nel senso, ci sono state magari delle pubblicazioni che seguivano meno questo ideale, solo perché vi piaceva il libro?

No, no, il nostro motto, l'unico che abbiamo è che un romanzo senza un messaggio è solo un libro.

E quindi, anticipando una domanda che avrei fatto: per coloro che sarebbero interessati a pubblicare con voi, è inutile che vi rimangano dei manoscritti che non hanno un messaggio, perché voi non li guardate.

Allora, detto così, sembra che pubblichiamo dei mattoni... Alla Anna Karenina, che per quanto vuoi che è bello... Non è vero noi cerchiamo libri particolari, libri che abbiano un messaggio, che, nonostante i generi sono quelli, è già stato scritto tutto, abbiano quel quid, quella scintilla che ci faccia dire lo voglio in batteria. Se consideriamo, ad esempio, ecco, io non sono una grande lettrice di romance per fare un esempio, ne abbiamo trovati alcuni. Cavolo, hanno quel quid che mi hanno fatto dire, da non lettrice di romance, cavolo, io questo lo voglio pubblicare.



Ma poi, com'è nata questa idea folle di aprire una casa editrice? Da dove, come e perché nasce il nome?

Allora, partiamo dalla cosa più facile, il nome. Per assurdo, arrivati dopo un anno di studio e duro lavoro di background, prima di mettere firme cose, ovviamente potevi scegliere il nome. E il nome è stato tipo quella, un po' di genio.

Epifania improvvisa.

Sì, ma ci avrò messo tipo dieci minuti. Passeggiavo avanti e indietro per il salone con Marco disperato, che pensava di dover tirare già l'elenco della spesa. E a un certo punto faccio, "Marco, idea." "Eh, quale?" "No, no, idea." "In che senso?" "Immagina di essere altro. Acronimo. Idea. Funziona." C'è tutto in questo nome. Perché abbiamo aperto? Allora, io già lavoricchiavo come editor, ovviamente non con l'esperienza di oggi. Però non mi ero mai sostanzialmente preoccupata, anche perché i tempi erano diversi. Non c'era tutta questa comunicazione sui social, tutta questa informazione. Quindi non mi ero mai preoccupata di cosa significasse poi pubblicare un romanzo. Ho conosciuto Marco per motivi di lavoro. Abbiamo iniziato a lavorare insieme su "Ansorac", che oggi dopo dieci anni abbiamo ripubblicato. Bellissimo, una nuova veste.

Segnate nei consigli.

Per Marco no, ma per me è uno dei top five. Però ecco, da lì Marco, da autore che aveva già pubblicato sia con casa editrice, era sia già caduto nel tranello delle case editrice a pagamento, sia aveva già studiato un attimino il self. Mi hanno spiegato che cosa significa effettivamente pubblicare un libro, cosa c'è dietro e come viene trattato malissimo dalla tre quarti del panorama editoriale. E allora, un po' con le sue idee, un po' con le mie idee, abbiamo voluto creare questa casa editrice che fosse sia un porto sicuro per gli autori, sia una zona di comfort per i lettori che cercano qualcosa di diverso dalle solite storie.



Quindi, quali sono, ad oggi, le maggiori difficoltà, secondo voi, di una piccola media casa editrice si trova ad affrontare? Anche qua, è una lista lunga, io mi rendo conto.

È una lista lunga, è un argomento spinoso, magari lo rimandiamo per una live. (0:18)

Eh, dai!

Eh? La facciamo?

Sì, sì, io ci sto, io ci sto.

Quindi segnate che questo argomento...

Live in arrivo.

Lo tratteremo in una live, io e Naia, cuore a cuore.

Secondo me uscirà una roba molto figa.

Preparate i popcorn, perché vi svelo gli altarini nell'editoria. Sì, sì. Segnate. Attenti a quando uscirà il post.



Questa domanda, quando l'ho pensata, mi è piaciuta molto. Se potessi scegliere un autore del passato da pubblicare e che possa definire I.D.E.A. di chi sarebbe, ce l'hai pure avuto il tempo per prepararti.

Allora, voi dovete sapere che lei mi ha mandato una mail con le domande, le domande che avrebbe fatto ai miei autori nelle varie interviste singole e quelle che avrebbe fatto a me. Il problema è che quando ho letto le domande, però non ci ho pensato perché (A) non ho avuto tempo, e (B) mi piace rispondere a braccio con quello che mi viene, ma a me ogni volta che chiedono quale autore del passato, perché già mi è stata fatta questa domanda, io ho dei seri problemi. Perché? Allora, io sono una grandissima amante di Shakespeare e di Oscar Wilde. Io li amo alla furia.

Anche io tantissimo, soprattutto Wilde.

Il libro che ho letto di più nella mia vita, ne ho letto più volte, di cui ho più edizioni. L'ultima, adesso farò pubblicità ai colleghi, è quella dell'Ippocampo superillustrata bellissima (la trovate qui, metti che) che mi ha regalato Marco per Natale. Bellissima, compratela.

Sì, andate adesso, adesso qua al salone tutti di là.

Io ho cinque versioni diverse de "Il Ritratto di Dorian Gray". La prima mi è stata regalata da mia madre in prima media. Io la prima volta ho letto Wilde.

Che è proprio il periodo esatto in cui leggere Wilde.

E lo comprendi bene. E negli anni l'ho riletto. L'ho letto 12 volte. È il libro che ho letto di più in assoluto nella mia vita. Il secondo è un fantasy però.

Qual è?

Trudy Canavan è la corporazione dei maghi.

Lo devo leggere quest'anno, me l'hanno consigliato. In realtà è nella mia wishlist da tipo 20 anni, perché me l'avevano consigliato.

Perché c'ha un'età.

Sì, però io poi tutte le volte li scrivo nella wishlist. Poi vado in libreria e compro un'altra roba. E quindi la mia wishlist resta lì.

Quel libro lì non è il libro che ho letto di più nel senso completo del termine. Perché ormai è una cosa scaramantica. Ce l'ho anche in versione Kindle. Che raramente io leggo in Kindle. Lo leggo ogni anno sotto salone del libro. La sera prima di andare a dormire. ne leggo un pezzettino ogni anno.

Io non rileggo, ma rileggo le frasi che mi sono piaciute. Cioè tutto il libro non lo rileggo mai, però io ho un libro, cioè il quaderno dei libri, che ho iniziato nel 2010, con trascritte tutte le citazioni che mi sono piaciute dei libri. Sono tutte messe lì e ogni tanto lo risfoglio e le rileggo.

Io ti svelo una chicca per quanto riguarda la mia passione per Shakespeare. Io ho una libreria bianca con tutte frasi e i disegni delle opere di Shakespeare.

Voglio le foto.



Claudia che ha una memoria fotografica top ma non si ricorda un nome. Domanda ultima.

Ultima?

Sì.

La so.

Il tuo libro preferito?

Già detto. Il mio libro preferito è "Il Ritratto di Dorian Grey". Se vogliamo, c'è un saggio preferito.

Eh, vai, il saggio preferito. Non li nomina mai nessuno i saggi, perché?

Allora, io non posso nominare i saggi perché sono laureata in filosofia. Quindi, ovviamente, per tre anni della mia vita ho letto solo saggi. Però vabbè, al di là di un generico Platone, leggete qualsiasi cosa di Platone. lunga discussione su autori, filosofia e umanisti Però il mio saggio preferito è "Il Discorco sul Mondo" di Kant. Ok, sì. E ho letto anche quello in prima media per la prima volta.

Perché tu in prima media leggevi ste robe? *rido*

Eh, perché se hai otto anni leggi Terry Brooks e Tolkien, in prima media leggi Platone e Kant. Io, ecco, per esempio, lo dico adesso rischio il linciaggio. Io non ho mai letto Harry Potter.

A me fa schifo Harry Potter. IO tutte le volte che lo dico rischio il linciaggio. altre informazioni a riguardo È il primo libro che io abbia abbandonato, alle elementari io l'ho chiuso e ho detto, "mamma non mi piace come scrive".

Però tu eri nella fascia d'età giusta, io quando è uscito... Quando è uscito ero già grande, quindi... segue lunga discussione sulle letture da ragazzine e il passaggio a Paoloni, Tolkien, Brooks. Ricordo della madre di Claudia che legge i libri.... insomma sta risposta ascoltatevela non leggetela. Consigliamo anche mammaaudiolibri. altre cose su lettura genitori figli, davvero, ascoltare, come i mammalibri

E quindi noi ci rivedremo alla live e vi daremo la data.

Ovvio vi aspettiamo tutti vi daremo una data.

Io andrò a comprare dei popcorn per me stessa.





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Attenti all'unicorno!

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