Intervista a Ottavia Coteni
- Naia Sterne
- 24 lug
- Tempo di lettura: 9 min

Continuiamo con le interviste "remember Salone" fatte in presenza presso lo Stand di I.D.E.A Immagina di Essere Altro giovedì 15 Maggio. Nuovamente trovare la registrazione video e la trascrizione di domanda e risposta (sintetizzata), sentitevi liberi di godervi l'intervista nel modo che preferite! Io consiglio i video, sono più divertenti!
Ottavia Coteni nasce a Roma nel 1988. Odia le biografie. Ha lavorato in ambito artistico come illustratrice e ha scritto di critica di danza e teatro presso riviste di settore.
È da sempre appassionata di storia dell’arte, filosofia, psicologia e antropologia. Scrive storie e racconti dove mischia la realtà e il disagio con la fantasia.
Sposa la filosofia che le persone non sono ciò che fanno, ma quello che amano fare. Se poi le due cose coincidono tanto meglio.
Esordisce con Emofobia – Tristezza, edito I.D.E.A., nel 2025.
Allora, abbiamo chi al salto, come Marco (ndr. Palumbo), ci porta un finale in anteprima e chi esordisce con un'anteprima. Quindi, Ottavia, partiamo dal titolo Emofobia. Come ti è venuto in mente e perché ti sembrava così importante da proporlo fin dall'inizio?
È stata una specie di epifania, non so se si può definire in questo modo. Allora, io avevo un professore di psicologia che un giorno ci fece una lezione sulla teoria degli umori, ovvero che in base agli umori del sangue in maggioranza noi abbiamo un tipo di carattere, per farla breve, no? Allora, a un certo punto, quando si parla di carattere sanguigno, si parlava proprio di quello che viene inteso come carattere sanguigno per i poveri, che è proprio un carattere tumulento, con un sacco di passioni, e si emoziona, nel vero senso della parola. E lui ci teneva a sottolineare il fatto che anche la parola emozione è molto simile proprio alla parola sangue. C'è un po' di riferimento. Allora, in realtà le radici sono diverse. perché quella di emoglobina è greca, invece quella che emoziona è latina. Però lui sottolineò questa similianza e a me, da lì, mi esplose qualcosa.
Allora, Aleph è un mondo che sembra avere una società molto rigida, ma profondamente affascinante.Come è costruita la cultura alefiana, soprattutto l'idea della paura del rosso? Insomma, abbiamo bisogno di sapere di più della costruzione world building.
Allora, anche questo è stata una specie di epifania. La costruzione di Aleph è basata su quella che potrebbe intendersi come la parte, estrema e negativa di quelle che sono le discipline orientali. Per esempio, le discipline orientali, quasi tutte le discipline orientali, più o meno, quelle che sono le passioni e le emozioni, vengono prese perché ci sono dei mali al quale noi siamo schiacciati, una catena da cui non riusciamo a liberarci. Io, semplicemente, siccome sono pazza, ho pensato...
L'importante è essere coscienti di se stessi..
Ho anche attinto a quelle che sono le varie forme spirituali, le varie sette. E' una roba interessantissima dal punto di vista sociologico. Per me questa cosa è quella che ha formato la società di Aleph, anche perché in quasi tutte le multiverse che ho creato, tutte queste dimensioni fanno a capo una sorta di entità divina. Io, diciamo, sono partita dall'entità divina e da lì ho... sono scesa.
Quindi, ad esempio, l'entità divina che gli alefiani pregano che è Aleph, che è abbastanza megalomane, è appunto quella che noi potremmo definire dell'equilibrio, cioè del restare in pace con se stessi, il mondo, l'ambiente che ci circonda e di conseguenza cosa succede? Di conseguenza, ad esempio, io a loro gli ho mollato, è una predisposizione di immortalità, una, diciamo anche, bellezza fisica, insomma, tutte cose che anche se noi anche se noi andiamo a leggerci le varie discipline orientali si raggiungono ottenendo certi gradi spirituali. (La paura del colore rosso è sempre legata, invece, al fatto che sono pazza diciamo che poi queste quattro dimensioni si differenziano anche per il colore di sangue,. Il colore rosso, del sangue per loro è la spia di qualcosa che non va.
E a proposito della paura delle emozioni. È un tema incredibilmente contemporaneo perché in una società che sembra diventare sempre più superficiale è forse una critica proprio a questo, in barba, a chi dice che fantasy e fantascienza non abbiano contenuti.
Infatti in realtà il tema delle emozioni, del controllo delle emozioni, è un tema caldissimo che ci sono tantissimi libri che lo esplorano che lo trattano, credo che sia una delle tematiche più attuali, soprattutto, che noi in qualche modo siamo sia chiamati a dare una risposta, ma allo stesso tempo che ci riguardano da vicino, perché comunque anche nel mondo dei social ci ritroviamo di fronte a delle emozioni finte, delle emozioni che sono artefatte, quindi c'è anche un tema della superficialità, per esempio una cosa che ci emoziona tipo l'arte, un disegno, una canzone, e adesso diventa sempre più evidente che dietro a quella cosa, noi pensiamo, ci sia una determinata situazione, invece ne c'è tutt'altra. Quindi io penso che quello delle emozioni è un tema caldissimo, io sono felice che ci sono anche altri miei colleghi che lo esplorano e anche in altre tipologie, come la distopia. E io mi auguro che sia qualcosa che poi ci spinga proprio con la riflessione su quello che è il nostro baluardo emotivo. Non a caso io ho preso quella che è l'estremizzazione e la disciplina orientale che invece tende un po' a reprimerlo, comunque a metterlo sotto controllo. Invece io penso che dovremmo quasi viverci un po' al contrario, cioè avere meno paura delle nostre emozioni,
Il volume, comunque, non ci dimentica il romance. Più nello specifico ci unisce fantasy e sci-fi, Vorremmo qualche anticipazione, non solo su fantasy e sci-fi, cioè proprio, che so, vuoi darci qualche trope anche proprio sulla trama?
Mettiamo un rivals to lovers, un grumpy per sunshine, slow burn, all'ambientazione abbiamo detto che è un po'... un po' di un regime, potremmo dire. Sicuramente è un portal. nonostante lo sic-fi è più dark fantasy e soprattutto, human vs god.
Come alcuni sanno, mi piace molto interessarmi al processo di scrittura di autori e autrici. Tu che tipo di scrittrice sei? Pianifichi o permetti alla corrente di trascinarti tranquillamente verso dove vuole andare? Anche perché nel tuo profilo dichiari che tu e "Emofobia - Tristezza" abbiate una relazione complicata, molto complicata.
Ma com'è difficile questa domanda in realtà? Allora, diciamo che l'istinto è che sono una persona che scrive a getto cioè mi lascio andare. Però nel caso di "Emofobia" questa si complica un po'. Perché si complica un po'? Perché è un libro che ha avuto tanta ricerca, che ha avuto tante stesure preliminari, nonché smussature, appunto scalettature. Quindi non è nemmeno giusto dire che sono andata…
Un po' è un po', hai fatto.
A me piace molto l'esempio della cucina. Per me è stata fondamentale seguire la ricetta, trovare gli utensili giusti. Questa è una cosa non da poco. E ti dà sia una cosa che hai in preparazione,che è fondamentale, (1:55) perché se tu non c'hai la planetaria… Che fai?
No, effettivamente, come fai?
Quindi deve esserci la planetaria, i libri che mi hanno ispirato, la saggistica, (2:33) perché io ho studiato tanto la saggistica, Da lì ho scelto i miei ingredienti principali come anche in cucina, tu sei lì, devi seguire la ricetta, quindi comunque… c'è anche un po' di estero, c'è anche un po' di zucchero, aggiungo un po' di lievito, Poi ovvio che anche questa è una roba personalissima, e "Emofobia" è un gran bastardo, io quando provo a scalettare, io è che mi anticipo delle cose, parte il blocco.
Direi proprio un libro bastardo, sì.
Questa sarà la domanda preferita di Ottavia. Visto che odi le biografie, e io evidentemente odio mettere la gente a proprio agio, che dici di presentarti?
Questa è proprio quella che odii di più.
Eppure eccoci qua. In attesa di una mini-biografia.
Sì, è veramente una domanda mi mette difficoltà enorme. Però cercherò di essere sincera. Io non ho, io non vengo diciamo da un background scrittrice, di, non lo so, che era già presente. E non ho nemmeno degli studi con cui posso dire che sono una persona seria. Questa parte mi prende un po' l'odio, perché diciamo che qualcuno potrebbe prenderla un po' per il mio valore, da scrittrice. E io non so come dargli torto
No, no, no, avrebbero torto. Perché a questo ci si ricollega molto anche all'argomento delle emozioni, dell'avere l'emozione sotto controllo. Perché comunque è tra virgolette, l'inadeguatezza data dalla società che si aspetta che tu non sia agitata, che non ti ponga un problemae che arrivi già preparata fondamentalmente.
Sì, ma non sono già una che ha fatto un percorso, che è bello tra virgolette, che ti ha presentato, che è carino, diciamo. Io ho fatto un percorso, ovviamente io ho avuto sempre tanto a che fare con l'arte, vengo da una famiglia di artisti. Mi sono nutrita di tutte queste cose. Ho studiata per conservatrice, ho suonato...
E questo comunque secondo me prepara, cioè l'arte in genere prepara.
Da questo poi io avevo anche intrapreso i percorsi di laurea dell'arte, però ho lasciato pochi esami dalla fine. Ad un certo punto mi sono fatta delle domande. Io andavo pure abbastanza discretamente, semplicemente quando io mi trovavo a lezione o all'esame, mi rendevo conto che non mi sentivo... appagata a livello umano non è il termine giusto, è proprio la questione di sentirsi felice. Questo mi ha creato un malessere, ed è qualcosa che poi, se non vi vuoi, mi ha fatto crescere tantissimo. Io sono il tipo di persona che pensa che un lavoro che facciamo in realtà non ci identifica minimamente con la direzione che siamo. E' proprio un concetto sbagliato. E sono felice che in realtà in questi ultimi tempi è una cosa che emerge.
E rimanendo in tema presentazione, più o meno, in quale dei tuoi personaggi c'è più Ottavia?
La prima che mi ha fatto mia sorella, ma che ti sei ispirata a una di noi, ti sei ispirata a questa? Allora, la verità è che no, e allo stesso tempo è che sì, nel senso che c'è un pezzettino di me in un po' tutti i personaggi che ho scritto, e allo stesso tempo no, cioè a me questa cosa mi piace tanto. Ad esempio, un esempio che ti tiene un po' in mezzo a spoiler, non lo so. Vabbè, la mia problematica è una gran cuoca, è bravissima per me.
A proposito della cucina.
io sono una che dà fuoco agli spaghetti.
Quindi no, non vi assomigliate molto, almeno non in cucina.
No, nel senso, a un certo punto i personaggi prendono una vita, io a loro ho dato tanto spazio, e a volte scrivo delle scene che avrebbero risolto la vita per la tramama a loro non andavano bene.. Tutti e tre i principali, da questo punto di vista sono stati abbastanza... avevano le loro ragioni, hanno i loro caratteri... non gli piaceva quando lo sistemavo in un modo o in un altro, magari quello lo rendevo un po' più tranquillo, no. perchè è un libro bastardo.
Cosa speri di trasmettere ai lettori con questo volume?
Innanzitutto io spero che che facciano una bella lettura, come tutti i bei libri li trasporti in un altro mondo, magari mentre sono in un metro, quando tornano a casa e sono stanchi morti. Poi i libri possono non piacere, non possono piacere le scelte, i personaggi possono risultare antipatici, però anche che quel breve momento li intrattiene, gli fa quella magia, io sono felice. E poi quello che mi piacerebbe riuscire a trasmettere, questa è una cosa di cui non sono sicura di essere riuscita a fare, è diciamo la voglia di credere in se stessi. Detta così, sembra una frase da baci perugina, però ha tanti significati. In questo libro ci sono tante tematiche grandi nonostante la scritta arcobaleno, c'è anche questa cosa che volevo trasmettere.
La domanda più facile dell'intervista, qual è il tuo libro preferito?
Facile, aspetta. Il mio preferito in assoluto? Cioè quello che quando mi chiedono io lo consiglio?
Uno.
Io devo mettere un genere?
Può essere uno o qualsiasi.
La lettera scarlatta, breve, però bellissimo. Quello che consiglio sempre anche quando una persona ha un blocco.
Per non perdere nessuna novità su Ottavi non scordate di seguirla su Instagram, per recuperare invece "Emofobia - Tristezza", edito I.D.E.A. clicca qui!
Nel caso l'intervista ti abbia lasciato la curiosità, ti lascio comunque qui sotto la trama!
"Gli Eremiti alephiani hanno il sacro dovere di estrarre le emozioni dagli esseri viventi di altre dimensioni.
Il Generale Xis Xerox risulta positivo al testa emotivo e viene ricattato dal Ministro Owers, che gli prometti il silenzio in cambio del rapimento di un Emotivo Puro dal pianeta Terra. Il soggetto in questione è Iris, una ragazza comune, con una vita complicata e una coinquilina che ha il vizio di lasciare la sua stanza a disposizione degli amici anche quando non c’è.
È così che Xis si introduce indisturbato nella vita di Iris. Cerca di rapirla, ma le emozioni della ragazza la difendono, obbligando lui a conquistarsi la sua fiducia.
Inizia così una storia con un intrigo politico che affonda le radici nel passato del Sistema Armonico, e un amore nato dal conflitto per diventare molto di più."
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