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Recenqualcosa di "The Lost and The Sentinel" di Ivy Asher



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Editore: Leggereeditore

Vol. 1 di 4

Pagine: 324


"The Lost and the Sentinel" parte con il botto: c’è una protagonista tormentata, tatuaggi arcani che appaiono tra atroci dolori (glamour), armi che escono letteralmente dalla pelle e mostri che sbucano fuori con più puntualità di un corriere. Vinna, la protagonista, è dura, determinata, e lo fa sapere a chiunque — anche a quelli che non hanno chiesto.

Il problema, però, è che la sua forza diventa molto presto il suo tallone d’Achille. Perché essere una tipa tosta va benissimo… ma se a ogni discussione il livello di ascolto dell'opinione altrui è pari a quello di una porta chiusa a chiave, forse qualche riflessione sarebbe d’obbligo. Il punto non è che Vinna sia antipatica — anche se, a tratti, ci si avvicina pericolosamente — ma che sia talmente convinta della sua superiorità e del proprio punto di vista da risultare impermeabile a qualsiasi forma di confronto o crescita emotiva. E questo, per un personaggio principale, può diventare faticoso.



Lezione numero uno dell'incantatore: non dare il tuo

sangue a nessuno per un incantesimo.


La trama comunque si fa leggere con una certa curiosità. Dopo una vita solitaria e travagliata, Vinna si ritrova coinvolta in un mondo magico popolato da Incantatori, mutaforma, streghe e ragazzi bellissimi che, guarda caso, sono tutti in cerca di un legame… magico. Molto magico. Il romance si muove nel territorio del reverse harem, con legami che nascono quasi spontaneamente (forse troppo), ma senza il giusto tempo per sedimentare davvero. Ci si ritrova a passare dalla diffidenza all’attrazione in un battito di ciglia, il che può risultare un po’ affrettato anche per i lettori più aperti al trope. Anche perché, sinceramente, io apprezzo i reverse harem ma apprezzo particolarmente quando le relazioni fra i protagonisti vengono approfondite, non apprezzo particolarmente quando si tratta semplicemente di un richiamo magico. Nei fantasy è spesso questo il motivo scatenante ma in diverse storie questo non basta, ci si cala nelle implicazioni sentimentali e nelle ombre delle relazioni.


Lo stile dell’autrice è semplice, scorrevole e senza fronzoli. A volte forse troppo diretto: il linguaggio, specie nei dialoghi, sembra fatto apposta per strizzare l’occhio a un pubblico giovane, il che va benissimo, purché non si perda per strada coerenza o profondità. In alcuni momenti, invece, si ha l’impressione che i personaggi cambino tono e atteggiamento senza un vero motivo, rendendo difficile seguire l’evoluzione dei loro rapporti.


"Valen aveva ragione quando mi ha detto che dovevo smettere

di avere paura. Pensavo di essere intelligente e di proteggermi

mantenendo le distanze, ma in realtà avevo solo paura e lottavo

contro quello che ora capisco essere inevitabile."


Nonostante ciò, il worldbuilding ha del potenziale: l’idea delle rune, dei poteri che si manifestano durante la pubertà, della lettura dei poteri che si differenziano in differenti ambiti, di "coven" composte da differenti incantatori, di creature sovrannaturali e città nascoste ha una certa complessità e può davvero brillare nei volumi successivi — se ben sviluppata. Idem per i mutaforma, che per una volta non sono solo lupi mannari ma si sbizzarriscono in una più varia fauna magica. Un tocco che ho trovato piacevole. "Valen aveva ragione quando mi ha detto che dovevo smettere di avere paura. Pensavo di essere intelligente e di proteggermi mantenendo le distanze, ma in realtà avevo solo paura e lottavo contro quello che ora capisco essere inevitabile."


Ma dopo aver fatto la guardia a Grier per centinaia di anni,

mi è nata una simpatia inaspettata. Lei era la forza incarnata

ed era impossibile non rispettarla e ammirarla con il tempo.


Il nodo fra i nodi, però, resta Vinna. È costruita come una protagonista fortissima, ma spesso la sua “forza” si traduce in arroganza, chiusura emotiva e una certa mancanza di introspezione. È il tipo di personaggio che ti dice di essere maturata… mentre urla contro chi non è d’accordo con lei. In un mondo pieno di magia e possibilità, sarebbe bello vedere anche una protagonista che evolve interiormente, e non solo nei poteri da super guerriera.


The Lost and the Sentinel è un fantasy d’intrattenimento, con azione, misteri magici e una buona dose di romance extra-large. Perfetto per chi cerca una lettura veloce, con una protagonista fuori dagli schemi — ma anche fuori dalle orecchie, perché difficilmente ascolta chi le sta attorno. Non è un libro privo di fascino ma per affezionarsi davvero ai personaggi (e soprattutto alla protagonista), servirà più di qualche arma evocata: serviranno cuore, dialogo… e magari un po’ di umiltà. Spero nel prossimo volume!




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