Recenqualcosa "Regno di carne e fuoco" di Jennifer L. Armentout

Editore: HarperCollins

Vol. 2 di 5

Pagine: 752

Dopo un primo libro che ha acceso la miccia, Regno di carne e fuoco è l’esplosione: il secondo volume della serie From Blood and Ash, si riconferma una lettura capace di catturarmi con la sua trama ricca di tensione, colpi di scena e tanto romanticismo.

La storia riparte esattamente dove eravamo rimasti e si concentra in gran parte sull’evoluzione dei personaggi – in particolare sul legame tra Poppy e Casteel – e sull’introduzione di nuovi elementi del worldbuilding. Mi è piaciuto molto scoprire di più sull’universo atlantiano, sulla compagnia di Casteel e sul legame con i Wolven. In tutto questo, Kieran resta una delle mie certezze: sì, lo ammetto, lo adoro!.

Nonostante ciò, devo ammettere che il ritmo della prima metà è decisamente lento. L’azione è quasi assente per buona parte del libro e si ha spesso la sensazione che la storia si trascini tra dialoghi ridondanti e pensieri interiori ripetuti all’infinito, specialmente da parte di Poppy. Dei Poppy ti prego, basta. Avrei davvero voluto che certi confronti tra i protagonisti arrivassero prima e con maggiore incisività. E, di nuovo, Poppy se ti definisce intelligente un minimo di capacità di ragionamente dovrebbe pure starci da qualche parte, no? No.

Il vero punto forte del romanzo, per me, sono stati Casteel e Kieran. Casteel è affilato, ironico, vulnerabile quando serve e sempre capace di sorprendere. La sua complicità con Kieran è una delle dinamiche più belle e naturali dell’intera saga. C’è un equilibrio tra di loro che va oltre le parole, fatto di sguardi, di silenzi condivisi e di battute sottili che alleggeriscono anche i momenti più tesi.

Un altro aspetto che mi ha convinta poco è lo stile dell’autrice: il suo modo di narrare è coinvolgente, ma spesso appesantito da infodump eccessivi, pensieri interiori troppo lunghi e l’uso di termini moderni poco coerenti con l’ambientazione. Poppy, sempre te sei quella con i pensieri troppo lunghi e che si ripetono, e si ripetono, e si ripetono. Se ascolto un'altra descrizione con la storia dalle origini del tuo pugnale giuro che mi pugnalo. Alcuni elementi del worldbuilding restano poco chiari o accennati in modo troppo superficiale, resta la speranza che questi si amplino nel terzo volume, ci sta non dirci tutto subito, se è voluto. Se no sarà una tragedia.

Detto questo, la seconda metà del libro è stata decisamente meglio. Il romance cresce e si intensifica, e finalmente si entra nel vivo dell’emotività e dell’azione. Alcune scene sono estremamente coinvolgenti, con momenti carichi di tensione e passione che valgono la lettura. L’epilogo è un ottimo trampolino per il prossimo volume: meno scioccante del finale del primo, ma comunque d’effetto. Oddio, meno scioccante forse no forse il primo è stato più traumatico probabilmente perché non ce lo aspettavamo tutto quello che abiamo scoperto, mentre qua potevamo immaginare meglio quello che sarebbe successo.

"Regno di carne e fuoco" è una lettura che si divora con piacere. Ha le sue imperfezioni, ma riesce comunque a essere appassionante, grazie a personaggi memorabili e una storia che sa mantenere alta la curiosità. È il tipo di libro che ti lascia con quella sensazione addosso, quel bisogno immediato di andare avanti, di scoprire di più. Un mix di sangue, desideri, legami profondi e verità nascoste. Ti entra sotto pelle… e non ti lascia più.

Poteva sicuramente essere più snello e dinamico (Poppy pensa meno, davvero, tanto la metà di quello che pensi è inutile), ma la crescita del legame tra i personaggi, l’espansione del mondo narrativo e alcuni personaggi secondari davvero ben riusciti (Kieran, sempre tu! I love u babe.) lo rendono un seguito valido. Chiaramente ho già iniziato ad ascoltare il terzo, con la speranza che ci siano un po’ meno pensieri di Poppy o “ho un sacco di domande”... perché noi lettori ne abbiamo anche di più! E meno spiegazioni sul pugnale!

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