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Mini Intervista a Massimo Junior D'Auria


Massimo Junior D'Auria è nato a Napoli il 6 novembre 1989 ed è laureato in Lettere Moderne alla Federico II e diplomato alla Scuola Italiana di Comics in Sceneggiatura e Storytelling. Ha scritto e pubblicato opere di narrativa e a fumetti con diverse realtà. Si è occupato anche della traduzione di alcune storie di personaggi iconici dei Comics. Ha curato collane editoriali di genere (horror, noir e thriller) per piccoli editori. Attualmente si occupa di social media e servizi editoriali come libero professionista. Sui suoi profili social parla di libri e dà consigli ad autori e aspiranti tali. Cura la collana Folclore Oscuro per Delos Digital.



Mille Morti è un titolo che decisamente non passa inosservato: da dove nasce

e cosa rappresenta per te questa storia?

Questa storia ha origini che risalgono a oltre dieci anni fa. L’idea iniziale era quella di svilupparla come un romanzo a puntate, ma il progetto è ben presto deragliato e ho finito per metterlo da parte, se non per immaginarne una possibile trasposizione a fumetti. È stato solo quando mi sono confrontato con il Direttore Editoriale di Winter, Ludovico Paolo Monticciolo, che abbiamo deciso di tornare al medium originario. La storia nasce dalla mia passione per la mitologia norrena e il folclore. È un progetto che ha atteso a lungo il momento giusto, quindi sono felice che stia finalmente trovando il suo compimento.


Che rapporto hai con i personaggi: ti guidano o li controlli fino all’ultima parola?

Sono un autore che lavora su scalette molto dettagliate. Mi piace avere sempre ben chiaro il quadro della storia e dei personaggi. Tuttavia, come spesso accade, anche la scaletta più precisa può subire delle modifiche in corso d’opera. Quindi sì, cerco di mantenere il controllo, ma ascolto anche i “suggerimenti” dei personaggi, soprattutto quando portano a snodi narrativi interessanti.


La tua scrittura è molto visiva che immagino derivi dal tuo essere sceneggiatore, parliamo della tua poliedricità?

Mi interessa soprattutto creare una totale immersione per il lettore. Uso sempre un narratore focalizzato, sia in prima che in terza persona, e mi piace che questa scelta si percepisca chiaramente. Non amo eccedere nelle descrizioni, preferisco dosarle seguendo il filtro del punto di vista. Credo sia affascinante raccontare attraverso lo sguardo del personaggio. La mia esperienza con la sceneggiatura, soprattutto per il fumetto, ha senz’altro rafforzato questa tendenza. Scrittura narrativa e fumettistica sono linguaggi diversi, ma possono contaminarsi e arricchirsi a vicenda. Essere poliedrico è una sfida che mi piace affrontare, perché fumetto e narrativa sono i miei due medium di elezione. Amo potermi muovere tra loro, esplorando modi diversi di comunicare le stesse tematiche.


E collegandoci alla tua poliedricità… I social sono una parte centrale oggi per autori e case editrici. Qual è secondo te l’errore più frequente nella comunicazione editoriale?

I social oggi sono uno strumento fondamentale, anche se c’è ancora chi tende a sottovalutarli. Il più grande errore nella comunicazione editoriale è non avere un piano: ti costringe a navigare a vista. Ci sono momenti in cui, per vari motivi, non riesco a seguirli come vorrei, ma quando torno attivo — o riesco a mantenermi attivo — cerco sempre di avere un piano editoriale flessibile, che permetta di gestire i contenuti con attenzione e coerenza.


Se dovessi consigliare Mille Morti con un massimo di dieci parole?

Vichinghi. Asce. Combattimenti. Valchirie zombie. Mostri.

Sono soltanto sei parole!


Anticipazioni sul prossimo volume, per favore? Immagino tu possa concederci delle bricioline pressocché inutili.

Il prossimo volume aiuterà a comprendere meglio il mondo in cui si muove Bjarni. Posso anticipare che ci sarà l’apparizione di una delle divinità norrene. Quale? Eh, questo non ve lo svelo!


Quale pensi sia il miglior consiglio che ti sia stato dato per la stesura?

Essendo una storia dalla lunga gestazione, di consigli importanti ce ne sono stati molti. Ma forse il più significativo è stato quello che mi ha fatto comprendere che la storia potesse diventare qualcosa di più rispetto a come l’avevo immaginata all’inizio.


Qual è una scena (raccontala senza spoiler!) di Mille Morti che ti è rimasta addosso, anche dopo averla scritta?

Una delle ultime, in realtà, quella in cui Bjarni e i suoi compagni fanno un incontro molto particolare. In quella scena ho cercato davvero di dare il meglio di me, volevo che trasmettesse sensazioni precise e intense. Spero di esserci riuscito.


Si può uscire da Casa Sterne soltanto rispondendo all'ultimo quesito: qual è il tuo libro preferito?

È una domanda che mi pongo spesso, perché ci sono diversi titoli che si contendono il primo posto. Ma se dovessi sceglierne uno a cui sono particolarmente affezionato, direi Stagioni Diverse di Stephen King.



Per non perdere nessuna novità di Massimo, che si tratti di nuove pubblicazioni, la collana da lui curata o dei suoi consigli per autor*, potete trovare qui tutti i link utili.

Se invece siete amanti della mitologia norrena e non avete ancora letto Mille Morti dovete decisamente cliccare subito qui.






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