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Recenqualcosa "A Court of Winter" di Krista Street

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Editore: Triskell Edizioni

Vol. 1 di 4

Pagine: 310


Dunque, da dove cominciare? Forse dal fatto che questo libro sembra nato da un calderone di troppi romantasy, agitati con grande entusiasmo ma senza troppo preoccuparsi della coerenza. Abbiamo: protagonista sfortunata ma segretamente speciale (con i soliti capelli unici, perché ormai il DNA delle eroine fantasy si distingue solo dal colore della chioma), un principe cupo con un curriculum da serial killer ma occhi da cucciolo ferito, e un “enemies to lovers” che funziona più come “odio-te-ma-sei-bellissimo-quindi-dai”, touch-her-and-die perchè? eh, chi lo sa. E ci troviamo a Solis... dai, abbiamo capito tutti no?


Forse il problema risiede anche nel fatto che avevo tanta voglia di un romantasy con i fae e avevo quindi delle alte aspettative e ho dovuto ridimensionarmi.

Troppe cose già sentite, troppe cose già viste. E non me ne lamento di solito, cioè, leggo un determinato trope perché me piace, perché so già che succede e quando gli enemies si sfiorano la manina salto comunque sul letto come se nona vessi scelto quel libro proprio per quello. Però, mh, qui, meh.


Ilara è una fae nata senza magia che vive in uno sperduto villaggio sotto alla Corte d'Inverno, inutile dirvi che i senza magia sono bullizzati. Come fanno a sapere che lei lo sia? Beh, non ha le ali, in primis e ha i capelli neri a differenza delle restanti chiome candide del regno. Occhi compresi. Vive con la sorella dopo che genitori e fratello sono morti. Morti perché? Beh, il fratello ha ben pensato fosse una grande idea andare a corte per riferire che i campi stanno perdendo orem, magia e che i raccolti non raccolgo, insomma. Ucciso. I genitori sono andati a chiedere notizie, uccisi.


Mentre sta in mensa dopo aver lavorato al suo campo, insolitamente rigoglioso rispetto agli altri, la quiete del pasto viene interrotta dall'arrivo di, popodimeno, il Principe, che se la guarda e decreta che dovrà andare con lui. Perché? Chi può dirlo, il Principe non ce lo dice ovviamente, la porta a corte, la molla in un'area privata e le dice che se vuole c'è il giardino (totalmente morto) e che lo può curare se le va. Da qui capitano cose, scopriamo come mai lei sia lì, scopriamo cose, robe, non vi posso dire nulla o vi rovino la trama quindi procediamo.


Perché il principe della Corte d'Inverno era appena entrato nel fienile.

L'Araldo delle Tenebre in persona si trovava tra noi, in carne e ossa.


Solo le piante agonizzanti nel giardino avevano suscitato in me un certo interesse.

Il principe aveva avuto ragione su quell'aspetto. Anche se avevo detto che era stupido

da parte sua pensare che avrei dovuto prendermene cura, lo feci.


Non nego che alcune scene abbiano un certo ritmo e che, a tratti, la storia scorra piacevolmente. Però… mi è rimasto addosso quel vago senso di “ok, ma perché?”. Perché Ilara, che dovrebbe essere devastata, arrabbiata, traumatizzata, passa invece metà del tempo a battibeccare e l’altra metà a sospirare? E perché dovrei credere alla tensione romantica quando l’uomo dei suoi sogni è lo stesso che ha ammesso di averle sterminato la famiglia? Beh, sicuramente avremo a questo punto un vero enemies to lovers con l’amore che tutto perdona, anche l’omicidio della famiglia che amavi incondizionatamente.


E per la prima volta mi colpì quanto dovesse sentirsi odiato.

Tutti temevano il Mastro di Morte, e spesso quel sentimento si trasformava in rabbia, repulsione,

infine odio. Era più facile da provare della paura, lo sapevo bene.


Certo, già da questo volume ci viene fatto capire che il nostro principe omicida e super potente nasconda molto e che molte sue azioni sono date da obblighi legati al suo ruolo, però, mi pare comunque molto strano che la nostra protagonista si lasci subito abbindolare dal bel faccino nonostante l'omicidio della famiglia, non sarà che... no dai, non ve lo dico ma a volte c'è qualcosa di più grande che mette il suo zampino fra i fae.


Con Ilara ho fatto molta fatica ad entrare in connessione, perché ho fatto molta fatica a comprendere il suo comportamento. Un attimo prima è terrorizzata, il secondo dopo battibecca come se non si preoccupasse più di star facendo alterare l'uomo che ha ucciso la sua famiglia... Lo ammetto, qualche pagina mi ha strappato un sorrisino e c’è sempre un certo fascino nel farsi trascinare dal classico copione: magia misteriosa, poteri sopiti che devono risvegliarsi, e l’inevitabile “competizione” regale. Però non posso dire che mi abbia davvero coinvolta o sorpresa: era come guardare una serie tv che sai già come finirà, ma continui per inerzia.


"Non ti stufi mai i fare il gradasso con gli altri fae?"

"Quando si tratta di allontanare un uomo che ti guarda in

un modo che non aggrada molto, no, direi di no."


Quindi sì, non è stato un disastro, ma nemmeno memorabile, leggerò il secondo? Quasi certo, perché io devo sapere un sacco di cose ma non sarà il secondo volume che attendo con ansia, quello no.



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