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Recenqualcosa de "Le Notti di Cliffmouth: L'ombra del Patrono" di Mattia Manfredonia

Aggiornamento: 16 apr

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Editore: Lumien Edizioni

Vol. 1/2

Pagine: 496


Con "Le Notti di Cliffmouth – L'Ombra del Patrono", Mattia Manfredonia porta a compimento una dilogia incentrata su un'indagine paranormale straordinaria, avvolgendo il lettore in un turbine di misteri, oscurità e magia che si intrecciano con una scrittura evocativa e ricca di fascino. Questo secondo volume non solo conferma la qualità narrativa del primo, ma la supera, dando vita a un'esperienza intensa e travolgente. Se nel primo volume a tratti mi ero smarrita in questo non sono mai riuscita a staccarmi nelle pagine, ho odiato ferocemente gli impegni che mi hanno impedito di sedermi e leggerlo per ore senza mai fare pause fino ad arrivare all'ultima parola.


Per la prima volta, Cordelia riuscì a concepire la politica

della città nel suo insieme. Il sindaco e il maresciallo

gestivano le persone, ma il commercio… a quello pensava

Devya. Se minacciare Fanny era servito a impaurire il popolo,

rapire Everett significava stringere tra le mani il

cuore pulsante di Cliffmouth.


L'atmosfera cupa e nebbiosa di Cliffmouth torna con ancora maggiore potenza, e con essa le sue creature inquietanti, le streghe e i demoni, gli intrighi e i segreti che si svelano con un crescendo avvincente. La trama, intricata e ben congegnata, si dipana con un ritmo incalzante: se all’inizio potrebbe essere necessario qualche attimo per riadattarsi all'universo costruito dall’autore, presto ogni tassello trova il suo posto e la lettura diventa irresistibile. Tutti quei frammenti che ci vorticavano attorno nel primo volume, trovano il loro posto e non perché ci arriviamo da soli EH NO, ci arriviamo solo perché Mattia usa i suoi personaggi per spiegarcelo. Avevo TANTO bisogno di una storia dove non avrei capito nulla subito, TANTISSIMO, perché ultimamente mi svelo sempre tutto da sola ben prima di arrivare al punto del libro in cui l'autore o autrice decide di svelare le cose. Qui vi assicuro che è impossibile.


"Cosa vi assicura che con me non

sortireste il medesimo risultato?"

"Voi? No…" Greta scosse il capo.

"L'odio che temo nasce dal rigetto

di ciò che non tolleriamo negli altri.

Voi avete troppo ego per provarne."


Uno degli aspetti più notevoli di questo romanzo è la sua capacità di mescolare generi, cosa che avevo già riscontrato e apprezzato nel primo volume: il dark fantasy dalle tinte gotiche si fonde con elementi mystery, fino a sfociare in un vero e proprio thriller che ribalta continuamente le aspettative. Ogni capitolo porta con sé nuove rivelazioni e colpi di scena ben orchestrati, dimostrando l'abilità dell'autore nel disseminare indizi e nel mantenere viva la suspense fino all'ultima pagina. E come avevo già detto, apprezzo che non sia il solito dark fantasy che viene definito tale per la presenza di sangue e morte. Oh, ci sono lo stesso eh, non sono però il filo conduttore della narrazione. A narrare la storia è infatti l'indagine e le piste che nascono dalla mente di Cordelia e degli altri personaggi, cito lei perché è quella che sicuramente ci svela di più sulle sue teorie, il che, è decisamente voluto e ben orchestrato.


Strinse le palpebre e tirò la coperta sino alle tempie. Inutile.

Quel pianto sommesso era troppo tormentato, straziante.

Materno.

Capace di scacciare il sonno anche dal più impietrito dei cuori. Fortunatamente,

Cordelia non aveva nessuna intenzione di dormire.


I personaggi, già affascinanti nel primo volume, qui si sviluppano ulteriormente, rivelando lati inaspettati e sorprendendo il lettore. Alcuni di loro emergono in maniera ancora più prepotente, diventando vere e proprie colonne portanti della narrazione, mentre altri si muovono più in sordina, pur mantenendo un ruolo significativo. Mattia è estremamente bravo nel caratterizzarli e far si che ognuno di loro abbia la propria voce. Ogni arco narrativo è FONDAMENTALE per la risoluzione del mistero, nessuno dei personaggi agisce o è messo lì a caso e l'intreccio che ne nasce è incredibilmente ricco e coinvolgente, sempre solido. Nelle pagine di Mattia ci troviamo perfettamente avvolti, come se fosse nostra consuetudine berci un bicchierino alla Bruma, ben consci che non sarà mai un bicchierino tranquillo, saremo sempre circondati dal dubbio e dalla ricerca di una verità che ci sfugge davanti agli occhi.


A te, Mirca, che da improbabile allieva sei finita per diventare la fidatissima

complice di un inganno che mai mi pentirò di aver imbastito.

Nel rovo della vita, sarai per me la rosa più unica e nera.

Un'ombra tra milioni di luci, un incubo distratto dai sogni.

Come dicono i tuoi cari?

Vita largita fuit,

Mors negabitur.


Lo stile di Manfredonia si conferma una delle grandi forze del romanzo: la sua scrittura densa e suggestiva permette al lettore un'esperienza totalmente immersiva, rendendo ogni scena vivida e verosimile. Le descrizioni sono liriche senza risultare eccessive, ogni frase suona perfettamente nella nostra mente, e i dialoghi ben calibrati danno voce a personaggi credibili e sfaccettati. Rispetto al primo volume, il ritmo appare più scorrevole e bilanciato, come già ho accennato se nel primo volume a volte mi smarrivo anche perché il ritmo narrativo rallentava parecchio in alcuni momenti per poi ripartire a razzo, quindi, diciamo non era fluidissimo qui è perfetto.


I loro occhi si incrociarono. Nel suo sguardo inquieto,

Cordelia colse una nota di saggezza. Le faceva cenno

di andare, ma non la stava scacciando: le stava ricordando

cosa fosse davvero importante.


Ora, considerando che il libro è edito Lumien non avevo subbi sul fatto che questa storia sarebbe stata una bomba, compresa l'edizione stessa che è arricchita da illustrazioni interne. Mattia inoltre è un autore talentuoso e disponibilissimo anche a qualche chiacchiera di contorno durante la lettura, cosa che io personalmente amo moltissimo. Infine non ci resta che dire una cosa: lo consiglio? SI. La dilogia di Manfredonia è una storia che lascia il segno, un mondo affascinante e dalle tinte oscure che ogni lettore di fantasy dovrebbe leggere, specialmente se ama i personaggi indimenticabili e i viaggi intricati. Il finale è qualcosa di bellissimo, la mia parte preferita di tutto il libro, i nodi che vengono al pettine, citando Mattia e le porte che restano socchiuse perché… Odio non poter dire nulla, o bisogno di parlarne, se avete finito la dilogia vi prego scrivetemi, parliamone!!!


In fondo, Cliffmputh e Cuordirupe erano la stessa cosa e il patrono aveva cercato di salvare entrambe!

La sua leggenda non era mai scomparsa del tutto. I Farrens la conoscevano, tanti pargoli della rupe l'avevano ascoltata.

Il suo nome era andato perduto, ma lui era rimasto là, sconosciuto ma non dimenticato, a vegliare su di loro.


Chiederò sicuramente a Mattia notizie più accurate sui progetti di cui ci aveva parlato nella mini-intervista, perché io non sono né pronta né disposta a lasciare Vespria, ed è evidente che i nostri giorni qui, non siano finiti. E si, la mini-intervista deve sicuramente venir ampliata. Mattia avvisato, mezzo salvato!

ps. Vespria o non Vespria, io mon vedo l'ora di mettere le mani su un suo nuovo lavoro!



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