Recenqualcosa di "Complice Cercasi" di Hannah Nicole Maehrer
- Naia Sterne

- 15 set
- Tempo di lettura: 5 min

Editore: Sperling&Kupfer
Vol. 3 di 4
Pagine: 522
Bentornati a Rennedawn, dove i guai non solo ti bussano alla porta ma ti trascinano dentro urlando “sorpresa!”. Evie Sage, che voleva solo un lavoro normale, ormai ha rinunciato: questa volta tra profezie, intrighi di palazzo, magie che si ribellano, tentativi di assassinio e un’infatuazione totalmente sbagliata per il suo capo (che resta l’uomo meno raccomandabile e più affascinante del regno), la sopravvivenza è ufficialmente diventata uno sport estremo. E no, non ha intenzione di mollare.
Non tormentare il capo, Evie!
A meno che non trovi un modo divertentissimo di farlo…
La cosa splendida è che Evie rimane sempre lei: impulsiva, senza filtri, con la tendenza a infilarsi nelle situazioni più scomode immaginabili. Ma dietro ogni battuta fuori luogo c’è quella forza disarmante che ormai tiene insieme un’intera compagnia di disgraziati. È per questo che la amo: perché riesce a essere l’eroina del caos, il collante emotivo e al tempo stesso l’elemento di disturbo costante. La amo perché non riesce mai a filtrarsi, eppure dietro le risposte assurde e le gaffe colossali si nasconde un cuore enorme che ormai tiene insieme mezza compagnia di reietti.
E poi c’è Trystan. Signore tenebroso per eccellenza, genio strategico, re delle occhiate torve e del sarcasmo letale… e sempre più perso dietro quel tornado luminoso e ingovernabile che gli ha incasinato la vita. In questo libro li vediamo crescere insieme, finalmente smettere di scappare dai propri sentimenti e iniziare a parlarsi. Ed è lì che il cuore esplode: i momenti teneri ci sono, le frecciatine pure, e la tensione? Oh, quella non manca mai. Lo slow burn qui regala soddisfazioni, e io vi giuro che più di una volta ho avuto l’istinto di entrare nel libro, afferrare la loro testolina e urlare: “È OVVIO CHE VI AMATE, SVEGLIA!”.
"Non lo farei mai. Nemmeno se tutta la magia del regno
abbandonasse l'inchiostro sulla mia pelle e sulla vostra.
Se sarete ferita o in pericolo, io vi troverò. Ve lo prometto."
Dopo due libri di sguardi, tensioni e auto-sabotaggi emotivi, finalmente iniziano a parlarsi come si deve. Non fraintendetemi: il loro rapporto resta un continuo alternarsi di dolcezza e frecciatine, ma adesso si percepisce una nuova solidità che rende le loro scene ancora più irresistibili. Lo slow burn non si spegne, anzi: qui inizia a "burnare". Vederli smettere di combattere contro sé stessi e iniziare a riconoscere l’altro per quello che è stato e che potrebbe diventare è stato uno dei punti forti del libro. E i loro momenti restano perfettamente coerenti al folle caos che pervade ogni parola di questa saga.
L’ambientazione continua a essere spettacolare nella sua assurdità. Rennedawn rimane quel regno a metà tra il medioevo fiabesco e la parodia, con castelli che sembrano pronti a caderti addosso e situazioni che oscillano costantemente tra l’epico e il ridicolo. Eppure, dietro la comicità, c’è sempre una costruzione solida: la Maehrer non lascia nulla al caso, i dettagli sul funzionamento del regno e sulla magia si infittiscono, e si intravede un disegno più grande che andrà sicuramente a compimento nel quarto libro. Il risultato? Un mondo che riesce a farti ridere, ma che allo stesso tempo ti cattura e ti fa venir voglia di rimanerci ancora. È il posto perfetto per alternare scene epiche a situazioni talmente assurde da far ridere ad alta voce
"Voi non avete dei tirocinanti preferiti, signore del male."
"Forse perché continuano a essere mangiati."
Ma non fatevi ingannare: non è solo un comedy. Nei momenti più seri, la Maehrer sa colpire forte e piazzare colpi di scena che fanno saltare sulla sedia. Il bello è proprio questo: si ride, si sospira, ci si preoccupa per i personaggi e poi si torna a ridere di nuovo.
Il ritmo è serrato grazie a capitoli brevi e pungenti, ma quello che rende il tutto speciale sono le scene comiche piazzate nei momenti più inaspettati. Ho riso di gusto più volte, e la cosa incredibile è che non si tratta mai di comicità forzata: ogni battuta nasce dalla personalità dei personaggi, dal loro modo storto e sincero di stare al mondo.
Parlando di personaggi: il multi-POV introdotto nel secondo volume qui si espande ulteriormente. Non solo conosciamo meglio i comprimari già incontrati, ma cominciamo a scoprire lati inediti del regno e delle fazioni che lo abitano. All’inizio temevo che potesse togliere spazio a Evie e Trystan, e invece si rivela una scelta vincente. La coralità arricchisce la storia e amplifica quel senso di found family disordinata che ormai è uno dei marchi di fabbrica della saga. Perché diciamolo: queste persone non avrebbero nulla in comune, se non essere sopravvissuti a famiglie tossiche, eppure insieme diventano un nucleo imperfetto ma indistruttibile.
Entrarono tutti in casa. Per partecipare a una cena del cazz0, dove avrebbero dovuto fare
conversazione e - Trystan rabbrividì - socializzare.
Sarebbe sicuramente finita con un omicidio.
La domanda era: di chi?
E Kingsley? Resta il personaggio che riesce a rubare la scena con un gesto minimo, e io lo adoro per questo. Non importa se è marginale: ogni volta che compare, che parli o agisca, mi fa ridere e mi scalda il cuore allo stesso tempo. È la prova vivente che i personaggi secondari ben scritti possono essere memorabili quanto i protagonisti.
TI AMO KINGSLEY.
La trama in sé utilizza alcuni archetipi classici del fantasy – profezie, tradimenti, intrighi di corte – ma con un equilibrio che stavolta funziona davvero bene. La prima parte prepara come nei volumi precedenti con calma i conflitti, seminando dettagli e tensioni, mentre la seconda accelera e porta a rivelazioni, azione e momenti intensi che ti tengono incollato. Fino ad arrivare all'ultima pagine che, come da consueto, ci lascia con un cliffhanger.
"Ha fatto in modo che tu e i tuoi fratelli pensaste che al mondo
sia tutto solo giusto o sbagliato, buono o cattivo. E, per questo,
Trystan ha deciso di poter essere soltanto una cosa,
e lo credi anche tu."
"stai dicendo che il mondo è grigio e che lei si sbagliava?"
Per darvi un'idea a grandi linee in questo volume si insegue una profezia, un ranocchio confuso, si cercano un'incantatrice e un traditore, ci si lancia sassi con il re, si vola su una mongolfiera (alcuni cadono, oh, son cose che capitano), si solcano onde su navi di dubbio gusto, si incontra gente che non vorremo vedere e anche qualcuno nudo.
Questo terzo volume ci conferma che questa saga non è solo fantasy romcom, ma un vero concentrato di intrattenimento intelligente e sopra le righe. Maehrer si diverte a stravolgere cliché e noi ci divertiamo insieme a lei. Io ormai sono pienamente arruolata e non vedo l’ora di scoprire come l’autrice deciderà di chiudere questa avventura con Adversary of the Villain che sembra possa uscire ad agosto 2026

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