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Recenqualcosa di "Glow of the Everflame" di Penn Cole

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Editore: Rizzoli

Vol. 2 di 4

Pagine:


Leggere Glow of the Everflame è stato per me un continuo tira e molla emotivo: da un lato sbuffavo come un mantice medievale ogni volta che Diem prendeva l’ennesima decisione catastrofica, dall’altro non riuscivo a staccarmi dal libro, ed effettivamente, io non mi sono staccata, ho fatto after, come a vent'anni in discoteca, attaccata a chiedermi quando Diem avrebbe, finalmente, fatto qualcosa di intelligente. Una tortura piacevole, insomma.


"Perché non hai portato due cavalli?"

"Pensavo che uno sarebbe bastato."

"Perché non credevi che ti avrei seguito

perché avevi programmato di uccidermi?"


Diem, adesso regina, dovrebbe incarnare il coraggio, la maturità e magari anche un briciolo di buonsenso. Invece no: a volte sembra l’unica a non capire ciò che è ovvio a chiunque nel raggio di tre regni. E vorrei farvi degli esempi, ma non posso farvi degli spoiler, lo sappiamo tutti perfettamente… comunque, quando accadono, quando per noi è talmente evidente che la rispostata, il fatto sia A per Diem è X, noi pensiamo che perfino un panda (non conosciuti per l'intelligenza, nel caso non lo sapeste) avrebbe fatto due più due più in fretta. E non parliamo della sfida, io mi aspettavo na roba fichissima, potere potentissimo, robe folli e niente, Diem fa Diem. E Naia borbotta.


"Si comporta sempre così?"

Teller sollevò un sopracciglio. "Vuoi sapere se è irrazionalmente rabbiosa contro tutto e tutti?"

Luther annuì.

"Si."


Eppure, nonostante la mia insofferenza cronica per la testardaggine di Diem, non posso negarlo: il libro funziona. La scrittura trascina, l’intreccio di politica e passioni regali è orchestrato bene, e la tensione romantica ti tiene sempre sulla corda. Lo slow burn tra lei e Luther è allo stesso tempo snervante e delizioso: ti fa urlare “ma bacialo e basta, accidenti!”, e subito dopo ti fa sospirare di fronte a una carezza, uno sguardo, persino a un massaggio ai piedi dopo il ballo (Luther, santo subito). Come si fa a non baciare Luther tipo sempre, Luther meraviglia di bookboyfriend, Luther "Perfettissimo" Coibos.


"Non confondere il sostegno con l'approvazione." Sbottò. "Fuori da questa stanza,

sosterrò ogni tua scelta. Verserò il mio sangue per proteggerti da qualsiasi minaccia,

anche se provenisse dalla mia stessa famiglia." I suoi lineamenti di contorsero per il

disgusto. "Darò la vita anche per proteggere l u i, se è ciò che desideri." Puntò il dito

verso la porta. "Là fuori, farò qualsiasi cosa tu mi chieda. Qualsiasi cosa. Ma qui,

in privato, non ti aspettare che tenga a freno la lingua mentre doni il tuo cuore a un

uomo che hai dovuto implorare di rimanere al tuo fianco." Il suo sguardo si fece

ancora più duro. "Un uomo che ha accettato di sposarti solo dopo che gli hai offerto il trono."


E qui arriviamo a lui, Luther: il principe che tutti descrivevano come cupo e temibile, ma che tra queste pagine si trasforma nel più grande sottone della letteratura fantasy-romantica recente. Una metamorfosi che per alcuni è pura perfezione, per altri un tradimento del personaggio. Io? Lo ammetto: oscillavo tra il “no così non va, troppo zerbino” e il “cazzo, sono innamorata”. Sarà anche stucchevole, lui da solo regge interamente il libro. Lui e i suoi moltissimi neuroni funzionanti. Lui e le sue cicatrici affascinanti. Lui e i suoi preziosissimi segreti. Lui e la sua battaglia per i deboli.


"Lascia che sia brutalmente schietto. Se tu, o chiunque altro della tua

famiglia, farete un solo passo per ostacolare Diem, quella sarà l'ultima

cosa che farete. Provvederò io stesso a eliminare la Casata Hanoverre."

"È una minaccia?" sibilò Iléana

"È una promessa." Fece una pausa e la sua voce divenne ancora più

minacciosa. "E tu sai bene che mantengo sempre le promesse."


La verità è che Glow of the Everflame riesce a farti arrabbiare e appassionare nello stesso momento. I personaggi secondari spesso rubano la scena alla protagonista, Eleanor si è presa un grande pezzo del mio cuore, per fare un esempio. La costruzione del mondo chiaramente non è ancora completa e continuo a credere che prometta bene, e i colpi di scena, nonostante risultino a tratti prevedibili, hanno comunque quel gusto che ti fa girare pagina dopo pagina. È un libro che ti tiene vivo il nervoso e la curiosità insieme, e questo non è poco. Credo sia considerabile un arte.


"Quest'uomo con cui sei impegnata… Se lo ami, lotta per lui. Ma se non vuoi lasciarlo andare solo

perché hai paura di perdere te stessa… Niente può cancellare ciò che sei, Diem. Nessuna Corona,

nessun uomo. Neppure gli Eletti in persona."


Insomma: se la prima parte del romanzo è un crescendo che ti prende allo stomaco, verso la fine arriva una frenata improvvisa che lascia un retrogusto amaro, per poi riprendere in uno sprint finale che lascia al termine dell'ultima pagina uno shock, che prevedevamo eh ma comunque eccoci qua, sconvolti e con l'esigenza di avere il terzo volume. Quindi, ammettiamolo, nonostante Diem e le sue scelte da tragedia greca in versione cringe, nonostante Luther che passa da principe oscuro a zerbino kawaii, il romanzo mi ha preso e non mi ha mollato. L'ho apprezzato meno del primo ma sappiamo tutti che nei fantasy è normale che il secondo libro non sia il più amato delle saghe.


"Voglio ogni respiro, ogni risata, ogni lacrima. Ogni sapore della tua bocca, ogni

centimetro della tua pelle. Voglio inginocchiarmi ai tuoi piedi, coperto del sangue

dei tuoi nemici, e poi venerare il tuo corpo finché non griderai il mio nome [...] Si,

Diem, voglio servirti, in tutti i modi in cui un uomo può farlo. [...] Voglio bruciare

nel fuoco dei tuoi occhi. Voglio sciogliermi e rinascere, forgiato nell'arma di cui

hai bisogno. Voglio restare al tuo fianco per il resto della mia vita, e non ho bisogno

che tu mi sposi e faccia di me un cazzo di r e consorte, per farlo."


Abbiamo il paradosso: ho passato metà della lettura a lamentarmi, e l’altra metà a divorare le pagine. Forse è proprio questo il suo fascino: farti brontolare, imprecare, sospirare e infine sorridere. Perché sì, Diem rimane insopportabile, ma il libro mi è piaciuto. Consiglio di leggerlo? Si, perché sono sicura che questa saga sia un must have, mettete però in conto che per sopravvivere a Diem bisogna avere la pazienza di un monaco tibetano.



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