Recenqualcosa "Dove la Morte incontra il Diavolo" di L.J. Hayward
- Naia Sterne
- 26 giu
- Tempo di lettura: 4 min

Editore: Triskell Edizioni
Vol. 1 di 8 (forse? Ho calcolato anche le novelle)
Pagine: 328
300 pagine e non sentirle. In un panorama affollato di thriller spionistici, Dove la morte incontra il diavolo riesce a distinguersi con forza grazie a una trama adrenalinica, una struttura narrativa originale e due protagonisti magnetici. L.J. Hayward costruisce un intreccio teso e carico di ambiguità morale, dove nulla è come sembra e dove persino i legami più improbabili riescono a trovare una propria logica in un contesto di violenza, segreti e doppie identità.
Jack Reardon è un ex soldato delle forze speciali australiane, oggi agente sotto copertura per un’agenzia governativa che opera ai margini della legalità. Dopo oltre un anno infiltrato in un'organizzazione criminale, la sua missione si spezza bruscamente: viene catturato e finisce nelle mani di Ethan Blade, assassino freddo e professionista spietato, considerato uno dei killer più letali in circolazione, il settimo a livello globale. Ma proprio quando la tensione sembra destinata a esplodere in uno scontro mortale, Jack scopre che Ethan ha un obiettivo diverso dal semplice eseguire ordini. È a caccia di una talpa che opera dall’interno del governo, e in un mondo dove la verità è sfuggente, le alleanze possono nascere anche tra nemici naturali.
Etahn Blade. Una leggenda che aveva ispirato racconti dell'orrore; pronto a uccidere chiunque e ovunque per un pezzo equo; freddo e calcolatore. E stava lì davanti a lui, con il cappotto sul braccio intento a pulirsi gli occhiali con un lembo della camicia. Aveva appena sterminato con un lembo della camicia. Aveva appena sterminato un piccolo esercito, eppure sembrava più sorpreso di notare una piccola crepa su una delle lenti.
Il romanzo si distingue per una narrazione dinamica e sapientemente orchestrata, che alterna capitoli ambientati nel passato — durante la fuga rocambolesca di Jack ed Ethan attraverso un deserto ostile dopo che il secondo ha fatto saltare la copertura del primo — con quelli al presente, dove il mistero continua a infittirsi quando Ethan si presenta al quartier generale dove lavora Jack, dicendo che tratterà solamente con lui. Questa scelta stilistica, che potrebbe apparire rischiosa o disorientante per alcuni lettori, si rivela invece uno dei punti di forza del libro: ogni capitolo si chiude lasciando il lettore con un bisogno urgente di scoprire cosa accadrà dopo o cosa sia accaduto prima, rendendo impossibile mettere giù il libro. La tensione è costante, alimentata non solo dall’azione e dalla minaccia sempre presente di un tradimento, ma anche dal rapporto tra i due protagonisti, carico di ambiguità, sospetto e una sottile attrazione.
Chi si avvicina a questo romanzo aspettandosi una storia romantica nel senso più classico potrebbe rimanere spiazzato. L’elemento sentimentale c’è, ma rimane sullo sfondo, si insinua lentamente, come un fuoco che brucia sotto la superficie. Non ci sono dichiarazioni o scene sdolcinate: ciò che emerge è una tensione emotiva fatta di sguardi, silenzi e gesti che raccontano molto più delle parole. Jack ed Ethan non sono fatti per stare insieme, non possono stare insieme, eppure la loro chimica è innegabile. Entrambi portano sulle spalle il peso di scelte difficili, di un passato che li ha resi ciò che sono, e ciò rende ogni interazione tra loro una partita psicologica tanto intensa quanto coinvolgente. E sebbene nessuno dei due si sbilanci in dichiarazioni o aperture emotive, i sentimenti fra loro sono evidenti quanto l'aroma del tè.
"Non c'era bisogno che sapesse la verità, solo qualche vaga informazione.
Così, se le cose non fossero andate come avrebbero dovuto, sarebbe
venuto a cercarti nel posto sbagliato." Jack battè le palpebre. "MI hai
usato e, al tempo stesso, hai cercato di proteggermi?" "Certo. Metterti
in pericolo non era il mio scopo, solo un rischio necessario."
La scrittura è asciutta, diretta, senza fronzoli inutili ma al tempo stesso capace di scavare a fondo nei pensieri e nelle emozioni dei protagonisti. Hayward riesce a dosare azione, introspezione e mistero con un equilibrio notevole, lasciando al lettore la sensazione di muoversi costantemente su un filo teso tra fiducia e inganno. E anche se il libro può apparire, nelle prime pagine, un po’ lento nel prendere ritmo, superata quella fase iniziale la narrazione ingrana e diventa praticamente impossibile smettere di leggere.
Una delle qualità più affascinanti di questo primo capitolo è la sua capacità di porre domande, seminare dubbi e trattenere le risposte fino alla fine, svelandole con tempismo e intelligenza. Si tratta, sì, di una storia autoconclusiva, ma è chiaro che molto resta ancora da esplorare: le zone d’ombra della personalità di Ethan, le conseguenze delle scelte fatte, il possibile evolversi di un rapporto tanto pericoloso quanto viscerale. C'è ancora tanto da esplorare e non è possibile non desiderare esplorarlo.
Era mai riuscito qualcuno a penetrare in tutti quegli strati di controllo?
Sperava di no, perché voleva che quella visione di abbandono davanti
a lui fosse solo sua. Non aveva pensato al termine "mio" da moltissimo
tempo, e se avesse dovuto ricominciare a farlo, il settimo miglior killer
del mondo era il punto di partenza sbagliato.
Ho iniziato questo libro senza grandi aspettative e mi sono ritrovata completamente coinvolta, sono saltata alla fine di più di un capitolo. Jack e Ethan mi hanno conquistata con la loro tensione costante, con le sfumature tra ciò che è giusto e ciò che è necessario, con quel tipo di legame che nasce dove meno te lo aspetti. Ho amato l’alternanza tra presente e passato che all'inizio mi stava fondendo il cervello, i cliffhanger che ti tengono sveglia fino a tardi e quella sensazione di non sapere mai davvero di chi fidarsi.
Non è un romance classico, non è un thriller convenzionale: è qualcosa di diverso, e proprio per questo mi ha colpita. Ora non vedo l’ora di leggere il seguito — e di scoprire fin dove possono spingersi Jack ed Ethan, insieme o uno contro l’altro.

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