Recenqualcosa "Il Fiume Incantato" di Rebecca Ross
- Naia Sterne

- 10 ott 2024
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 12 dic 2024

Titolo originale: A River Enchanted
Editore: Fazi Editore
Vol 1/2 di "Elements of Cadence"
Pagine: 480
La prima edizione di questo volume edito #fazieditore per #lainya verrà con incluso l'Artbook dove sono presenti alcune scene del romanzo, se ne sconsiglia quindi la visione prima della lettura. Perfetto invece da visionare durante la stessa.
Rispetto a "Divini Rivali", la componente fantasy è molto più marcata con radici profondo nel folklore scozzese. Lo stile di scrittura della Ross resta quello che mi aspettavo, una dolce carezza anche quando deve narrare di momenti cruenti e del misterioso terrore che le colline e gli spiriti suscita in coloro che, nonostante tutto, li rispettano e votano a loro la propria fede. Un sistema magico ancora una volta non del tutto spiegato, le lacune ci sono esattamente come restano nelle narrazioni orali delle tradizioni a cui è evidente che il testo sia ispirato.
Il nostro primo protagonista è Jack, originario di Cadence undici anni prima dell'inizio della narrazione ha lasciato la propria isola per raggiungere il Continente e poter studiare musica all'Università. Durante questa decade Jack è cresciuto, si è creato un posto nel mondo che non ne vantai natali e ha compiuto grandi passi nella professione che ora spera di trasformare in una cattedra fissa, non più assistente ma professore per poter continuare a insegnare alle centinaia di studenti, che come lui ha fatto in passato, arrivano all'Università con il sogno di apprendere i segreti e i misteri della musica. Il suo piano viene infranto quando viene richiamato a Cadence, la lettera arriva dal Signore dell'Est e richiede che lui torni immediatamente, non può che rispondere all'appello del suo signore e cercare il marinaio che sia disposto a riportarlo in quel luogo che non considera la propria casa.
Un'isola dove la magia si respira e permea ogni cosa, dove gli Spiriti scelgono il buono e il cattivo tempo, dove da due secoli la faida fra Tamerlaine e Breccan non vede alcun momento di pace. I primi, l'Est, benedetti con l'abbondanza delle risorse e costretti a spendere salute per poter usare gli incanti che s'intrecciano ai tessuti, alle armi agli oggetti o alla musica. I secondi, l'Ovest, costretti a patire la fame per la scarsità di risorse e benedetti all'utilizzo degli incanti senza pagarne prezzo. Un'isola di cui ha sentito la mancanza, per un certo tempo come fosse un pugnale e che ora si trova unicamente a sognare e dove, certamente, non avrebbe mai creduto di rimettere piede.
«𝒞𝑜𝓂’è 𝒾𝓃𝒾𝓏𝒾𝒶𝓉𝒶 𝓁𝒶 𝒻𝒶𝒾𝒹𝒶, 𝒷𝒶𝓇𝒹𝑜? 𝒬𝓊𝒶𝓁𝒸𝓊𝓃𝑜 𝒹𝒾 𝓋𝑜𝒾 𝓈𝒾 𝓇𝒾𝒸𝑜𝓇𝒹𝒶 𝓅𝑒𝓇𝒸𝒽é 𝓋𝒾 𝑜𝒹𝒾𝒶𝓉𝑒, 𝑜 𝓋𝒾 𝓁𝒾𝓂𝒾𝓉𝒶𝓉𝑒 𝒶 𝓈𝑒𝑔𝓊𝒾𝓇𝑒 𝓁𝒶 𝓋𝒾𝒶 𝓉𝓇𝒶𝒸𝒸𝒾𝒶𝓉𝒶 𝓅𝑒𝓇 𝓋𝑜𝒾 𝒹𝒶𝒾 𝓋𝑜𝓈𝓉𝓇𝒾 𝒶𝓃𝓉𝑒𝓃𝒶𝓉𝒾?»
Una faida che trova radici in una maledizione che vedeva il punto di vista variare abissalmente che venisse raccontata dall'una o dall'altra parte della bussola.
Il ritorno a casa sarà per Jack tutt'altro che conciliante, il marinaio a poco dalla costa, spaventato dagli Spiriti dell'acqua decide di non voler continuare e gira la barca per tornare verso il continente. Jack si troverà costretto a terminare la traversata a nuoto e come se non bastasse la corrente lo trascinerà dal lato Ovest dell'isola. Inutile dire che un Tamerlaine in territorio Breccan non è qualcosa che possa finire bene. La corsa sulla sabbia, l'attraversamento del confine e l'impatto contro le guardie dell'Est che inizialmente lo ritengono un Breccan che ha tentato di infiltrarsi per, una perlustrazione, una razzia o gli spiriti sanno solo cos'altro. Invece è Jack, che Torin riconosce quando si sente chiamare per nome. Torin, capo della Guardia e modello per Jack bambino che di certo non si vedeva come Bardo ma come guerriero. Un guerriero che avrebbe trovato il suo posto nel clan e non sarebbe più stato il figlio di Moirin non riconosciuto dal padre.
Il viaggio verso la corte per scoprire che non è stato il Sire dell'Est a richiamarlo ma Adaira, la figlia. Colei con cui ha passato l'infanzia a scontrarsi, a farsi dispetti e a disprezzarsi. È nel suo sguardo chiaro che trova la risposta al suo ritorno a Cadence. Le bambine dell'Est stanno scomparendo, probabilmente a causa dello scontento degli Spiriti che non vengono gratificati con la musica da quando la madre dell'Erede è morta. Adaira è convinta che se Jack suonasse per gli Spiriti potrebbero interrompere le sparizioni e, forse, ritrovare le bambine o almeno le loro ossa. Jack non vuole restare, non vuole perdere la posizione che ha raggiunto sul Continente ma Cadence sembra essersi nuovamente fatta strada nel suo animo, sembra che lo stia di nuovo legando a lei. In fin dei conti, potrebbe semplicemente restare il tempo di suonare per gli Spiriti.
«ℬ𝑒𝓃𝓉𝑜𝓇𝓃𝒶𝓉𝑜 𝒶 𝒸𝒶𝓈𝒶 𝓂𝒾𝒶, 𝓋𝑒𝒸𝒸𝒽𝒾𝒶 𝓃𝑒𝓂𝑒𝓈𝒾.»
Ma l'isola nasconde molti segreti e le speranze per non dire il desiderio di tornare al Continente scompaiono piano piano. Scompaiono mentre torna a casa dalla madre e dalla sorella che non credeva di avere. Scompaiono mentre Torin e Sidra cercano di scoprire il mistero dietro alle scomparse delle bambine e riscoprono il proprio matrimonio. Scompaiono negli occhi chiari di Adaira per cui il cuore di Jack sembra dimenticare un passato di rivalità. Scompaiono nel riscoprire il sapore del cibo, l'odore dell'aria, i colori del mondo che nel Continente non sono nulla rispetto a quell'isola. Ho amato il vento portatore di messaggi, i paesaggi che cambiano in base al volere degli Spiriti, la magia che si annida in ogni piega d'ombra dei cortili. Le storie tramandate, le vibes cozy che s'intrecciano al mistero. Come c'era sa aspettarsi il volume si conclude in maniera illegale, i segreti che si sono snodati davanti ai nostri occhi si sono ora condensati in un muro che ci separa dal prossimo volume.

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