Recenqualcosa "Il Fuoco Infinito" di Rebecca Ross
- Naia Sterne
- 23 giu
- Tempo di lettura: 3 min

Editore: Lainya - Fazi
Vol. 2/2
Pagine 552
Con Il Fuoco Infinito, Rebecca Ross conclude la dilogia ambientata sull’isola di Cadence con una narrazione più intensa e matura rispetto al primo volume, sebbene devo ammettere che a volte avrei gradito un ritmo più rapido. L’autrice ci riconduce tra i paesaggi bucolici e magici dell’isola, ma questa volta ci spinge oltre il confine sicuro dell’Est, verso il più ostile e misterioso Ovest, dove nuovi pericoli e antichi segreti aspettano di essere scoperti. Ed erano questi segreti che attendevo con tanta ansia.
Non cantava per l'isola né per se stesso. Cantava per ciò che era stato, per ciò che poteva ancora essere. Cantava per Adaira.
Se nel primo libro a dominare era la componente romantica, qui i personaggi si trovano ad affrontare sfide individuali che li costringono a crescere e a ridefinire se stessi. Jack si confronta con l’abbandono e la vulnerabilità, mentre Adaira intraprende un viaggio che la porta a confrontarsi con la storia e le ferite della sua terra. Ma sono soprattutto Sidra e Torin a brillare: lei determinata e pragmatica, lui sempre più carismatico nel suo difficile ruolo di Sire. La loro evoluzione personale e la dinamica del loro rapporto sono tra gli elementi più riusciti dell’intero romanzo. Li ho amati follemente.
Il world-building si fa ancora più ricco e affascinante: l’interazione con il mondo degli spiriti si approfondisce, la mitologia dell’isola si svela con un ritmo lento ma avvolgente, e il mistero legato alla malattia che affligge l’Est si intreccia con la magia in modo sempre più complesso. La narrazione non è mai frenetica, ma piuttosto riflessiva e d’atmosfera, perfetta per chi ama lasciarsi trasportare da racconti lenti ma emozionanti.
"Stai dando per scontato che Cenere mi abbia mandato qui per compiere una missione, e solo per quello. Forse però sapeva che ho bisogno di te più dell'aria, del calore e della luce del sole: che se dovessi continuare a vivere come ho fatto a Est senza di te, sarei presto ridotto a nulla più che polvere."
Si svelano antichi altarini, si conoscono personaggi che venivano narrati come leggende e si trova il male. Si studia, si compone, si sconfigge in un susseguirsi di note e resilienza. Si conosce la propria anima, in questo romanzo non solo Torin e Sidra compiono il proprio percorso, nessun personaggio viene dimenticato, ognuno affronta la propria evoluzione e ognuno di loro deve affrontare il vero nemico, sé stesso. Perché se c'è una cosa che la Ross insegna, è che conoscendosi e venendo a patti con i propri demoni si può risplendere.
Era sempre sorpreso di quanto gli piacesse scoprirsi così vulnerabile di fronte a un''altra anima,
Si meravigliava di come il suo cuore potesse esistere al di fuori del suo corpo.
"Non sai cosa mi fai.", le sussurrò. "Solo da te potrei essere distrutto".
Come dicevo in apertura in alcuni passaggi non sarebbe stato male se questo ritmo diventasse più incalzante, non è un problema di cui possa lamentarmi realmente però, le cose vanno dette. Alcune soluzioni narrative risultano un po’ forzate e alcune domande restano senza risposta — piccoli scheletri letterari lasciati volutamente nell’armadio, forse — ma la scrittura evocativa e l’intensità emotiva dei personaggi compensano ampiamente questi difetti.
Il finale, pur lasciando qualche nodo irrisolto, appunto, sorprende con la sua delicatezza e coerenza emotiva. Non chiude ogni porta, ma lascia uno spiraglio di mistero e possibilità, in perfetta sintonia con l’anima dell’isola di Cadence. Forse torneremo a calcare queste terre? Forse le melodie che popolano l'isola insieme agli spiriti e ai personaggi che abbiamo conosciuto li incontreremo ancora? A me piacerebbe tornare in questo mondo magico con una magia tanto folklorica quanto innovativa.
Stavano raggiungendo quel limite, il punto in cui entrambi si scioglievano,
e Jack sapeva che lei era l'unica che voleva trovare nell'oscurità.
L'unica a cui avrebbe affidato la forma della sua anima,
con le sue spine i suoi sogni e le sue ferite.
Una dilogia che sa essere delicata e potente, avvolgente come una ballata antica. Consigliata a chi cerca storie ricche di atmosfera, legami profondi e un tocco di magia gentile, a chi nel folklore si sente a casa e al contempo cerca qualcosa di raffinatamente riscritto. La penna della Ross resta una garanzia per noi sognatori.
"Penso di voler fare questa musica con te fino al mio ultimo giorno, quando l'isola prenderà le mie ossa. Penso che tu sia la canzone
che desideravo ardentemente, che aspettavo. E sarà sempre grata che tu sia tornato da me."

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