Recenqualcosa "Il Maestro di Sale e Ossa" di Keri Lake
- Naia Sterne

- 1 set
- Tempo di lettura: 3 min

Editore: Virgibooks
Autoconclusivo
Pagine: 580
Il Maestro di Sale e Ossa è, secondo me, la risposta perfetta ad un dark che non è eccessivamente dark. O forse sono io che oramai ho un problema di giudizio. Perché sì, è dark. È cupo, gotico, pieno di traumi, cicatrici, segreti in soffitta e gente che avrebbe bisogno urgente di uno psicoterapeuta, un avvocato e forse anche di un esorcista.
La trama? Una ragazza che ha più problemi economici che jeans nell’armadio accetta un lavoro in un castello che trasuda decadenza e muffa da ogni pietra. Dovrà diventare la "dama di compagnia" della sig.ra Blackthorne, la famiglia ceh comanda sulla baia e su cui girano leggende che sembrano maledizioni. Lì incontra Lucian, alias “il Diavolo di Blackthorne”, il suo capo, il figlio della sig.ra Blackthorne. Un uomo bello e maledetto con un passato così incasinato che Netflix potrebbe campare di spin-off per dieci anni. Naturalmente, tutti lo evitano come se fosse la peste, e quindi chi poteva volerci andare a lavorare se non la nostra Isa? Tempismo e istinto di sopravvivenza: zero.
"Quelli che stanno lontani dalle persone,
sono quelli che hanno qualcosa da nascondere."
"Forse apprezza la sua privacy."
"La maggior parte degli assassini lo fa."
La parte migliore, per me, sono i flashback. Il passato di Lucian è scritto con tale precisione che quasi ti dimentichi che stai leggendo un romance e ti ritrovi in un docu-drama targato “Povero Cr*sto: la miniserie”. Funziona bene, perché ti fa empatizzare con lui, ma a volte l’autrice sembra così innamorata del suo protagonista da dimenticarsi che esiste pure la trama principale. Trama principale che ho trovato un po' meh. Nel senso, c'è e ringraziamo tutt* che esista perchè per me i dark senza trama non hanno alcun senso di esistere ma verso la fine del libro ritengo che si perda un poco.
In mezzo a questa famiglia incasinata, le ambientazioni cupe, le allucinazioni abbiamo l’“organizzazione segreta”: un gruppo di persone altolocate che si divertono a studiare l’ereditarietà del sadismo. Roba serissima, eh. Peccato che a un certo punto sembri più un inserto random tipo quando sembra aver pensato “ma sì, buttiamoci dentro anche la mafia, perché no, male non fa”. Spoiler: fa. Non perché non abbia senso ma perché sul finale, insieme alla trama, mi pare che perda tutto il suo senso e mi sono trovata a chiedermi che senso avesse fin dal principio.
"Non sei un mostro. Né il diavolo che tutti dicono che tu sia. I diavoli non aiutano le persone." Sotto le ombre fredde dei suoi occhi si
cela un guizzo di calore, così sottile che quasi mi chiedo se me lo sto immaginando. "Sei semplicemente solo. Come me."
Sul romance, invece, ho sentimenti contrastanti. Isa e Lucian hanno chimica, ma è un po’ come quelle candele profumate che ti accendi pensando di rilassarti e dopo dieci minuti ti viene mal di testa: intensa, sì, ma non sempre convincente. Più che amore viscerale, a tratti sembra una combo di ossessione + ormoni in sciopero. E credo che anche qui ci sia lo stesso problema di sopra, sul finale, l'autrice, mi sembra essersi persa. Inizialmente sembra tutto funzionante poi diventa una luce che sfarfalla.
Detto questo, la scrittura riesce a scorrere che è una meraviglia: tra atmosfere gotiche, colpi di scena e drammi familiari, il libro si lascia leggere rapidamente e senza che lo sfarfallio infici la lettura. Certo, non posso negare che sul finale bisogna chiudere un occhio (o due) ma l’intrattenimento è garantito.
"Sei la mia maledizione. Stare lontano da te è
come cercare di trattenere il respiro quando
la marea si alza." Le sue parole danzano nella
mia testa, il timbro profondo della sua voce
stuzzica i miei sensi. "Voglio annegare in te."
Il Maestro di Sale e Ossa è una specie di cocktail letterario. Prendete La Bella e la Bestia, shakeratela con un pizzico di mafia da discount, una spruzzata di gotico e una manciata di traumi generazionali, e servite il tutto con abbondante sale (e ossa, ovviamente). Non perfetto, non credibile in certi punti, ma sicuramente indimenticabile.



Commenti